2025-05-03 Val Scura

 SENTIERO ATTREZZATO CHIESA

Sentiero attrezzato Chiesa in Val Scura (Altopiano di Asiago, Trento)

Dati tecnici

Data

3 maggio 2025

Punto di Partenza

Lochere (540 m)

Lunghezza

3,6 km

Tempo

4.00

Dislivello complessivo

800 m (compresi saliscendi)

Quota massima

1250 m (Località Monterovere)

Punti d’appoggio

Monterovere

Sentieri

CAI 201

Difficoltà

EEA - I+ - PD

Segnaletica

Scarsa

Percorso in sintesi

  • Lochere (540 m)
  • Sentiero Attrezzato Chiesa
  • Monterovere (1250 m)
Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su fondovalle e versanti a quote di medio-bassa montagna. Il dislivello è medio e sviluppato su una bassa lunghezza del percorso. La pendenza media è moderata.

Il percorso presenta principalmente come sentiero e sentiero attrezzato su pendii boscosi e a tratti franosi. Il sentiero attrezzato alterna tratti di sentiero ripido su fondo instabile, diffusi guadi al torrente e tratti attrezzati composti da facili traversi, cenge e scalette a esposizione limitata.

Il grado di difficoltà escursionistica è EEA (Escursionistico per Esperti con Attrezzatura), mentre il grado di difficoltà alpinistica è PD (Poco Difficile).

Introduzione geografica e cenni geologici

La Val Scura è una profonda incisione fluviale negli strati calcareo dolomitici dell'altopiano di Asiago rivolta verso la Valsugana. Dal punto di vista geologico la prima parte del percorso è caratterizzato da Dolomia Principale (Triassico superiore), seguito dai Calcari grigi del Giurassico inferiore. L'intensa attività tettonica legata al sovrascorrimento della Valsugana ha deformato gli strati, i quali immergono principalmente verso sud. L'intensa deformazione ha riguardato anche gli strati calcarei giurassici, i quali presentano pieghe molto pronunciate.

La geomorfologia della valle è fortemente segnata dall'attività dell'acqua, che ha trovato vie preferenziali a causa probabilmente di faglie preesistenti. La roccia è particolarmente friabile e fratturata, portando a diffusa franosità e alla presenza di flussi di detrito che spetto ostacolando il sentiero. La natura fluviale della valle è confermata anche dalla presenza di un conoide di deiezione posto alla sua uscita.

Accesso

Dalla statale 47 della Valsugana si esce nei pressi di Levico Terme svoltando verso località Lochere. Se segue la strada del Menador che sale per pochi metri fino al primo tornante, dove si parcheggia e dove inizia il sentiero di avvicinamento all'interno della valle.

Percorso

Dal parcheggio raggiungiamo il primo tornante della strada pochi metri più avanti e prendiamo il sentiero inizialmente sterrato che si addentra all'interno della Val Scura. A 620 m il largo sentiero termina e abbiamo il primo guado sul torrente, passando alla sua destra orografica. Saliamo quindi decisi su sentiero ben segnato a fondo detritico a fianco del torrente e delle pareti dolomitiche che ci circondano. I successivi guadi sono più impegnativi in quanto dobbiamo attraversare il torrente passando sopra a dei massi. A quota 700 m iniziamo a salire su un ripido pendio ghiaioso, spesso ricoperto dai continui debris flow a seguito di eventi piovosi fino a raggiungere un insellamento panoramico sulla valle e sulle cascate formate dai torrenti che scendono lateralmente. Continuiamo la salita fino alla base di una parete dove incontriamo le prime attrezzature (800 m).

Il primo tratto si presenta come una facile e brevissima scala, seguita da una cengia attrezzata. La parte successiva è invece più impegnativa a causa del sentiero franato, che ci obbliga a passare a fianco a dei macigni facento attenzione a non scivolare o smuovere sassi. Guadato nuovamente il torrente, riprendono le attrezzature, con scalette e staffe che aiutano a superare i massi a bordo del torrente. Successivamente saliamo per un pendio ripido boscoso a tratti fangoso ma non esposto, al cui termine il cavo ci permette di superare con sicurezza una cengia sporca di fogliame. Superiamo quindi il contrafforte (1000 m) raggiungedo un pendio ricco d'acqua che fa arrivare una sorgente alla base di una parete con una panchina in legno dove fare una pausa di metà percorso.

Riprendiamo quindi aggirando un costone e passando un traverso con staffe a circa 4 m dalla base della parete. Seguono una serie di canaloni sdruccevoli alternati a cenge attrezzate, alcuni da affrontare con attenzione in quanto molto franosi. L'ultimo di questi canaloni attrezzati è da scendere ed è pieno di sassi molto instabili, è quindi opportuno scendere uno alla volta per non rischiare di fa cadere sassi a chi sta avanti a noi. Dopo aver sceso il canalone, risaliamo arrampicando senza particolari difficoltà arrivando alla testata della valle, con abbondanti rocce calcaree stratificate e deformate dall'attività tettonica. Scendiamo quindi per un pendio friabile non attrezzato facendo sempre attenzione a smuovere meno sassi possibili. Raggiungiamo quindi il fondovalle e ci troviamo l'ultima sezione della via, con una scala verticale che sale una parete, seguita da una più breve su staffe, passando a fianco a torrente ricco in pozze e marmitte, formazioni molto particolari tipiche di ambienti carbonatici.

Risaliamo quindi ora il facile sentiero attraversando solo un paio di punti attrezzati molto facili, guardando di fronte la parete calcarea con cascate e una faglia ben visibile. A quota 1220 m la valle termina e ci ritroviamo in una faggeta dove possiamo rimuovere l'attrezzatura da ferrata. Seguiamo i sentieri e le strade e ci troviamo a Monterovere (1250 m).

Per la discesa si può seguire il sentiero CAI 202 che segue la strada del Menador fino a punto di partenza. Nel caso nostro, ci sono venuti a prendere direttamente a Monterovere.

Considerazioni finali

Il sentiero attrezzato della Val Scura presenta tratte attrezzate molto facili e fornite. Si tratte però di un lungo percorso in una zona particolarmente impervia e facilmente sossegga a frane che interrompono occasionalmente il percorso. Bisogna quindi fare attenzione particolare nei tratti non attrezzati per la presenza di materiale sdruccevole.

Galleria immagini

Il parcheggio all'inizio dell'escursione

Il tratto sterrato iniziale

Il primo guado (620 m)

Procediamo su traccia in terreno detritico all'interno della valle

Secondo guado, più impegnatico su grossi massi dolomitici

Torrenti laterali e cascate circostanti

Saliamo un tratto detritico ripido (750 m)

Raggiungiamo una forcellina con vista sulla valle

Consteggiamo tratti di torrente

Le prime tratte attrezzate a quota 800 m

La prima parte è impegnativa in quanto parzialmente franata, bisogna cercare la strada facendo attenzione a non scivolare

Scalette e cengette aiutano a superare i grossi massi sul fondo della valle

Superiamo un costone passando per cenge attrezzate facili ma fangose

Sorgente a metà percorso dove poter fare un po' di pausa (1050 m)

Un traverso con staffe

Traverso con staffe

Attraversiamo un canalone detritico molto sdruccevole sempre attaccati al cavo

La cengia attrezzata prima del canalone detritico

Parte superiore della valle, con le formazioni calcaree altamente deformate

Canalone da scendere con molti sassi pericolanti

Precipizi laterali

Tratto attrezzato da risalire

Il canalone sdruccevole

Strati calcarei deformati

Tratto detritico da scendere, non attrezzato

Scala nel tratto finale del percorso

Ultima scala

Faglia ben visibile nella parete di fronte all'ultimo tratto di salita

Cascata di fronte

Bosco al termine della ferrata (1220 m)

Cima Vezzena (1908 m) da Monterovere


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