21-10-29 Sasso Bianco

    SASSO BIANCO

Via normale al Sasso Bianco e ritorno passando a fianco della frana del Monte Piz

Dati tecnici

Data

29 ottobre 2021

Punto di Partenza

Caracoi Cimai (1364 m)

Lunghezza

13,8 km

Tempo

5.00

Dislivello complessivo

1150 m (compresi saliscendi)

Quota massima

2407 m (Cima Sasso Bianco)

Punti d’appoggio

  • Caracoi Cimai
  • Caracoi Agoin

Difficoltà

E - F

Segnaletica

buona

 

Percorso in sintesi

  • Caracoi Cimai (1364 m)
  • Tabia Giardogn (1850 m)
  • Bivio quota 2100 m
  • Cima Sasso Bianco (2407 m)
  • Bivio quota 2100 m
  • Tabiai Lariz
  • Tabiai Forca
  • Frana Monte Piz
  • Caresa Bur (1625 m)
  • Bramezza (1434 m)
  • Caracoi Agoin (1255 m)
  • Caracoi Cimai

Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su versante a quote di media montagna. Il dislivello è alto e sviluppato su una media lunghezza del percorso. La pendenza media è moderata.

Il percorso si sviluppa principalmente come sentiero e carrareccia cementata su bosco e pendio prativo nelle aree a quota più elevata. I tratti in carrareccia sono piuttosto ripidi e metteranno a dura prova il fiato nella salita e le ginocchia nella discesa. Nella risalita del versante erboso del Sasso Bianco sono da superare delle facili roccette non esposte. La segnaletica è buona.

Il grado di difficoltà escursionistica è E (Escursionistico), mentre il grado di difficoltà alpinistico è F (Facile).

Introduzione geografica e cenni geologici

La Cima Sasso Bianco è la prima elevazione della lunga catena che separa la Val di Blois dalla Val Pettorina. Se il versante sud è piuttosto prativo, il versante nord è ripido con pareti rocciose che cadono in basso dove sono situati i paesi di Rocca Pietore e Sottoguda. La cima è molto panoramica sulle Dolomiti Agordine nonostante la bassa quota, in primo luogo sulla parete famosa NO del Civetta e sulla vicina Marmolada.

Altro elemento molto importante della camminata è la frana del Monte Piz, che nell’11 gennaio 1771 interruppe il corso del torrente Cordevole generando il Lago di Alleghe, uno dei laghi più noti delle Dolomiti.

Dal punto di vista geologico, il Sasso Bianco è costituito da rocce dolomitiche appartenenti alla Dolomia dello Sciliar (Anisico Superiore). Le zone più basse invece sono caratterizzate da successioni pelitiche appartenenti alla formazione di Wengen (Ladinico superiore).

Percorso

La salita inizia nell’abitato di Caracoi Cimai (1364 m), che si raggiunge con una stretta strada che sale dal paese di Le Grazie poco dopo Alleghe. L’abitato è ubicato in un colle che permette una prima buona vista sulla spettacolare parete NO del Monte Civetta (3220 m) e sulle Dolomiti Ampezzane che incombono sulla Val Fiorentina di fronte (Monte Cernera, 2664 m).

Iniziamo a salire per la ripida strada forestale in parte cementata che passa a fianco a tratti di bosco devastati dalla tempesta Vaia del 2018 fino a raggiungere a 1850 m i Tabiai Giardogn situati in una radura sotto le pareti E del Sasso Bianco. Mentre saliamo di quota, la visuale si ampia sulle Dolomiti alle nostre spalle con la comparsa del Monte Pelmo (3168 m) e Antelao (3264 m).

A 1900 m deviamo a destra prendendo il ripido e terroso sentiero CAI 682 che si innesta a 2100 m su un altro sentiero, mentre alle spalle si apre il panorama sempre sulle Dolomiti Ampezzane, tra cui spicca per maestosità la Tofana di Rozes (3225 m). Proseguiamo aggirando a destra il Sasso Nero (2135 m) fino ad un’ampia forcellina con vista verso SO dominata dalle Pale di San Martino. Saliamo ora il versante erboso del Sasso Bianco (un breve ripido tratto è attrezzato con un cavo) fino a raggiungere una piccola radura e poi il pendio meridionale, dove il sentiero procede scavato nel manto erboso. Risaliamo quindi il versante fino ad una piccola forcella dove si apre un canalone che scende ripido verso la val Pettorina. Saliamo la cresta facendo attenzione a non sporci sul burrone fino a raggiungere la vetta a 2407 m.

Il panorama è a 360 con il Gruppo della Marmolada (3343 m), il Gruppo Sella, il Gruppo Fanes-Sennes, le Dolomiti Ampezzane, il Civetta e le Pale di San Martino. Notevole anche la vista verso la conca agordina. Verso il basso si possono ammirare le pareti che scendono ripide verso Rocca Pietore.

Terminate le foto e la pausa in vetta, scendiamo verso il lato est della montagna costeggiando il costone roccioso senza avvicinarci troppo ai precipizi. Nonostante i pendii erbosi di questa cima, il lato nord mostra il suo vero aspetto dolomitico. Intorno a 2200 m ci ricongiungiamo al sentiero percorso in salita (con il breve tratto attrezzato) incamminandoci proprio in direzione del Monte Civetta, che con la sua forma sembra quasi ci voglia abbracciare. Per il ritorno, invece di optare per il sentiero di salita, al bivio di quota 2100 m si prosegue dritto per passare in fianco più avanti alla famosa frana del Monte Piz, che nel 1771 portò alla formazione del Lago di Alleghe.

Dopo aver costeggiato la frana, a quota 1745 m il sentiero (ora in realtà strada sterrata in parte cementata) vira a sinistra e inizia a scendere molto deciso in direzione dell’abitato di Bramezza. Davanti a noi sono caratteristici i due picchi a forma vulcanica del Col di Lana (2452 m) e Monte Pore (2405 m). Questi due monti di fatto sono il resto di due strutture vulcaniche attive durante il Triassico (Ladinico medio) quando tutta la zona era dominata da mare e strutture coralline. Superato questo ripido tratto (che mette a dura prova le ginocchia), superiamo Casera Bur (1625 m) e arriviamo al piccolo abitato di Bramezza (1434 m), raggiungibile da una strada non asfaltata.

Superato il paese scendiamo lungo la strada non asfaltata (arricchita a lato da affioramenti pelitici appartenenti alla Formazione di Wengen e ammassi calcarei caotici), fino a raggiungere la curva a quota 1295 m, dove svoltiamo a sinistra prendendo un sentiero che arriva al paese di Caracoi Agoin (1250 m). Da Caracoi Agoin risaliamo la strada asfaltata (che percorreremo in macchina al ritorno) per qualche km fino al luogo di partenza, Caracoi Cimai.

Considerazioni finali

La salita al Sasso Bianco è un’ottima meta in caso si voglia ricercare cime panoramiche senza le grosse difficoltà tecniche tipiche delle vette dolomitiche. Da non sottovalutare tuttavia la lunghezza del percorso, in quanto si devono mettere in conto più di 1000 m di dislivello positivo su strade ad elevata pendenza che richiedono fiato e allenamento in montagna.

Galleria immagini

Il sole sorge dietro il Monte Civetta (3220 m) da Caracoi Cimai

Le Dolomiti Ampezzane da Caracoi Cimai

Salendo la ripida carrareccia da Caracoi Cimai, iniziano ad apparire le Tofane e le Dolomiti di Fanes

Il versante Est del Sasso Bianco dai Tabiai Giardogn (1850 m)

I Tabiai Giardogn

Continuiamo il sentiero dai Tabiai dentro il bosco dai colori autunnali

Vista verso il Monte Pelmo (3168 m)

Superato un sentiero ripido terroso arriviamo al bivio (2100 m) dove giriamo verso il Sasso Bianco

La Val Fiorentina e le Dolomiti Ampezzane dal punto panoramico al bivio quota 2100 m

Pelmo e Antelao (3264 m) dal punto panoramico

Punto piano prima dell'ultima salita, con vista verso le Pale di San Martino

Dopo aver superato una gradonata rocciosa facile, seguiamo la traccia nei prati verso la vetta

I prati del Sasso Bianco

Sentiero nel versante prativo meridionale, davanti il Piz Zorlet (2379 m)

La forcellina con i dirupi dolomitici del versante settentrionale del Sasso Bianco

Cima Sasso Bianco, 2407 m

Dalla cima verso il gruppo della Marmolada

Le creste vulcano-clastiche del Migogn (2384 m) e sullo sfondo i Tauri al confine con l'Austria

Le Dolomiti orientali con il Pelmo e l'Antelao

Il Civetta a SE

Vista verso le Pale di San Martino

Le Dolomiti di Fanes-Sennes e le Tofane a NE

La conca agordina a sud

Verso est con la catena d'Auta

Il precipizio dolomitico verso la sottostante Val Pettorina e Roccia Pietore

Scendendo per la traccia a est con le pareti dolomitiche settentrionali

Scendiamo seguendo il sentiero verso il Civetta

Aggiriamo il Monte Forca (2013 m) sempre in direzione del Civetta

Ci abbassiamo di quota scendendo verso gli abitati di Bramezza e Caracoi Agoin

Il Civetta ci domina durante tutto il percorso a SE

La frana del Monte Piz, che nel Settecento generò il Lago di Alleghe

Subito dopo la frana scendiamo per il percorso cementato ripido verso Bramezza

La ripida discesa mette a dura prova le ginocchia

Quasi arrivati a Bramezza (1434 m), località raggiungibile solo per carrareccia

Il Sasso Bianco da Bramezza

Strati della Formazione di Wengen dalla strada che scende da Bramezza

Una piccola faglia tra gli strati

Monte Cernera (2664 m)


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