22-10-08 Cimon del Cavallo

 CIMON DEL CAVALLO

Dati tecnici

Data

8 ottobre 2022

Punto di Partenza

Malga Pian delle Lastre (1270 m)

Lunghezza

11,8 km

Tempo

4.30

Dislivello complessivo

1100 m (compresi saliscendi)

Quota massima

2251 m (Cima Manera)

Punti d’appoggio

  • Rifugio Semenza (2020 m)

Difficoltà

EEA - II - F+

Segnaletica

buona
 

Percorso in sintesi

  • Malga Pian delle Lastre (1270 m)
  • Rifugio Semenza (2020 m)
  • Forcella Lastè (2036 m)
  • Cima Manera (2251 m)
  • Forcella Sughet (2154 m)
  • Forcella Palantina (2063 m)
  • Casera Palantina (1508 m)
  • Pian delle Lastre


Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su pendio e creste montuose a quote di media montagna. Il dislivello è elevato e sviluppato su una media lunghezza del percorso. La pendenza media è moderata.

Il percorso si sviluppa principalmente come sentiero e via ferrata su roccia, pendio prativo e bosco. La salita a Cima Manera dal Rif. Semenza affronta un salto verticale dove è necessaria una certa trazione sul cavo per proseguire in salita. La discesa verso Forcella Palantina affronta una facile ferrata in disarrampicata ma in forte esposizione. Infine, nella salita al Rif. Semenza e nella discesa dal pendio del Cimon della Palantina è bene fare attenzione ai precipizi che si possono aprire a lato. La segnaletica è buona.

Il grado di difficoltà escursionistica è EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura), mentre il grado di difficoltà alpinistico è F+ (Facile più).

Introduzione geografica e cenni geologici

Il gruppo del Monte Cavallo è un insieme di creste e vette situate al confine fra Veneto e Friuli-Venezia-Giulia. La notevole altezza e la forte vicinanza alla pianura rendono questo massiccio facilmente visibile da tutte le zone di pianura, tant’è che in passato si credeva che questi monti fossero i più elevati delle Alpi. I punti d’accesso principali a queste montagne sono Piancavallo dal Friuli e l’Alpago dal Veneto.

Dal punto di vista geologico, il massiccio è costituito da calcari cretacei di piattaforma, rappresentati dal Calcare del Monte Cavallo e il Calcare del Cellina.

Percorso

Partenza dalla zona di Pian delle Lastre (1270 m) in posizione fortemente panoramica verso l’Alpago e le Dolomiti Bellunesi. Il punto di partenza è raggiungibile da una stradina che parte dalla località di Sant'Anna di Tambre, passando per la panoramica Baita Col Indes (1161 m) e Malga Pian Grande (1215 m). Il sole non è ancora sorto del tutto e permangono le nebbie mattutine nelle zone depresse a inversione termica come la Piana del Cansiglio pochi chilometri più a sud.

Dal Pian delle Lastre prendiamo l’ampio sentiero CAI 923, che poi abbandoniamo pochi metri dopo per prendere il sentiero CAI 926 in direzione Rif. Semenza. Questo sentiero sale molto deciso prima su pendii erbosi superando un paio di vecchie casere (Casere Pradosàn, 1345 m), poi entrando nel bosco. Intorno ai 1600 m il bosco si fa più rado e inizia il forte panorama verso tutto l’Alpago, nel frattempo si sale il pendio ovest lieve di Cima Vacche(2058 m). A 1800 m, presso una serie di peculiari alberi fulminati, giriamo il costone di Cima Vacche ed entriamo nel vallone dove il sentiero sale a mezzacosta sotto le pareti di Cima Vacche e Monte Cornor (2170 m) in direzione del Rif. Semenza (2020 m), che raggiungiamo nel giro di mezzora.

Saliamo di pochi metri dal rifugio e arriviamo a Forcella Laste (2036 m) dove si apre davanti a noi la vista verso i monti e le Dolomiti friulane. Alla forcella prendiamo il sentiero che aggira Monte Laste (2243 m) a SO, che poi sale fino alla forcella fra questo e Cima Manera (2218 m). Dall’altra parte il versante precipita dritto verso Val Piccola dal lato friulano, con davanti il Cimon dei Furlani (2183 m), raggiunto esattamente l’anno prima. Proseguiamo la stretta cresta in salita in direzione di Cima Manera facendo attenzione a non avvicinarci ai precipizi fino all’attacco del primo tratto attrezzato. Questo unico tratto è breve ma molto verticale e permette di superare un gendarme roccioso con l’aiuto di qualche staffa. Il primo pezzo necessita di un po’ di trazione sul cavo, il secondo di attenzione per superare uno spacco nella roccia profondo diversi metri. Superato il tratto in ferrata, in qualche minuto si è in cima (2251 m), con un panorama a 360 gradi su tutto il massiccio del Monte Cavallo, le Prealpi Carniche, le lontane Alpi Giulie, le Dolomiti e la Pianura Veneta.

Dal Cimon del Cavallo continuiamo il percorso scendendo in direzione sud verso il Cimon della Palantina (2190 m), percorrendo a ritroso l’Alta Via dei Rondoi (che in questo tratto coincide con l’ultima tappa dell’Alta Via N° 7). Affrontiamo un primo tratto attrezzato esposto ma non difficile tecnicamente fino a raggiungere la piccola Forcella Sughet (2154 m). Continuiamo quindi l’esposta cresta attrezzata scendendo in disarrampicata un’altra paretina sempre sovrastati dal Cimon della Palantina, fino ad arrivare alla Forcella Palantina (2055 m) dove ci congiungiamo al sentiero che risale dalla Val Sughet nel versante friulano. Da questo punto terminano tutte le attrezzature e possiamo rimuovere il set da ferrata utilizzato per il tratto di Cima Manera.

Continuiamo il giro risalendo faticosamente il versante erboso-roccioso orientale del Cimon della Palantina fino a quota 2130 m, dove si stacca un sentiero che in 15 minuti porta alla vetta della piccola cima. Per questioni di tempo, evitiamo questa salite e iniziamo a scendere inizialmente per un colatoio detritico (fare attenzione a non scivolare qui) e poi per prati e rocce facendo attenzione a non perdere la traccia. Scendendo, e bene cercare di tenersi alla larga dal precipizio verticale a nord che cade alla val de Piera. La discesa è molto panoramica sull’altopiano del Cansiglio e verso la parte settentrionale del Gruppo del Cavallo, con visibile in sentiero percorso in andata.

Giungiamo quindi all’abbandonata Casera Palantina (1508 m), dove prendiamo il sentiero 923 che in circa un’ora ci riporta al Pian delle Lastre attraverso il bosco.

Considerazioni finali

Il gruppo del Monte Cavallo, oltre ad essere il gruppo in cui mi sono formato fin da piccolo all'escursionismo/alpinismo in ambiente montano, è uno dei luoghi più interessanti a livello escursionistico. Nonostante la modesta altitudine, la notevole vicinanza alla pianura permette da queste un panorama quasi unico su Veneto e Friuli. La modesta quota, tuttavia, non deve trarre in inganno, si tratta di cime dall'aspetto dolomitico con sentieri spesso esposti in terreni e rocce accidentate, l'accesso a molte delle cime, soprattutto quella più elevata raggiunta, sono riservate ad escursionisti esperti con piede fermo ed assenza di vertigini. Necessario anche tempo stabile per salire queste vette, la morfologia complessa rende il meteo fortemente variabile, con improvvise scariche di pioggia e fulmini localizzati. Non è raro che queste montagne mietano vittime proprio perché sottovalutate.

Galleria immagini

L'Alpago e la Val Belluna vista da Col Indes (1161 m)

Alpago e Val Belluna vista dal punto di partenza al Pian delle Lastre (1270 m)

La Piana del Cansiglio ancora avvolta dalla nebbia mattutina

Il Cansiglio annebbiato circondato dall'omonima foresta, vista dalla Malga Pradosàn (1338 m)

Il Cansiglio e la foresta dal CAI 926 appena uscito dal bosco (1600 m)

Alpago visto dal sentiero a quota 1600 m

La Cima della Vacche (2058 m), prima di girare il suo costone meridionale per entrare nel vallone

Il sentiero 926 che taglia il costone sotto le pareti di Monte Castelat verso il Rif. Semenza

La piana del Cansiglio sormontata dal Pizzoc (1565 m) vista dal Rif. Semenza

Il Rif. Semenza, 2020 m

Dalla forcella Lastè (2040 m) appare l'inizio di Val Salatis e sullo sfondo le Prealpi Carniche

Il Cimon della Palantina (2190 m) e il Cansiglio

Il Cimon dei Furlani (2183 m) e la sia parete nord visti dalla forcellina situata tra le cime di Monte Lastè (2247 m) e Cima Manera

Seguiamo la stretta ed esposta cresta verso Cima Manera

Vista verso il Pala Fontana (1641 m), sullo sfondo le Alpi Giulie, dominate dal Triglav (2864 m)

A nord il Monte Castelat (2208 m) e Guslon (2195 m), sullo sfondo le Dolomiti

Il gendarme roccioso da superare in arrampicata con il cavo e un paio di staffe

La vetta del Cimon del Cavallo, 2251 m

Vista verso sud, con le vette del Cimon della Palantina, Monte Colombera (2066 m) e Monte Tremol (2007 m). La pianura Veneta sullo sfondo

Verso NO, con il Monte Castelat e le Dolomiti

Verso nord, in primo piano il Monte Lastè (anticima del Monte Cavallo) e il Monte Caulana (2060 m), sullo sfondo le Prealpi Carniche

Le Alpi Giulie distanti

Il tratto in ferrata in discesa da Cima Manera, parte dell'AV7 e dell'Alta Via dei Rondoi

La buona esposizione rende necessario assicurarsi con imbrago e cordino

Il contrafforte roccioso appena disceso con la via ferrata

Oltrepassiamo la stretta ed esposta Forcella Sughet (2154 m)

La parete di Cima Manera appena discesa con la via ferrata

Un secondo tratto in ferrata, più facile del precedente, permette di scendere verso Forcella Palantina

In direzione della Forcella Palantina, sotto l'omonima cima caratterizzata da una parete verticale nel versante nord

La Val Sughet

A Forcella Palantina (2063 m), le indicazioni consigliano l'utilizzo del set da ferrata per percorrere il tratto attrezzato appena svolto

La Cima Manera appena discesa con le vie ferrate dell'alta via dei Rondoi

Cima delle Vacche, Monte Castelat e Monte Cornor (2170 m) dal sentiero che discende il versante ripido e prativo del Cimon della Palantina

Scendendo la traccia verso Casera Palantina

Il Cimon della Palantina

Quasi giunti a Casera Palantina (1508 m), vista della cima della Palantina e Monte Colombera


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