24-03-17 Val Gallina

 ANELLO DI VAL GALLINA

Giro ad anello del Lago di Val Gallina (Monti d'Alpago, Belluno)

Dati tecnici

Data

17 marzo 2024

Punto di Partenza

Bivio prima della diga di Val Gallina (710 m)

Lunghezza

10,7 km

Tempo

4.00

Dislivello complessivo

500 m

Quota massima

1030 m (nei pressi di Casera del Pian)

Punti d’appoggio

  • Casera del Pian

Difficoltà

EE - I - F+

Segnaletica

Scarsa
 

Percorso in sintesi

  • Bivio (710 m)
  • Casera del Pian (1010 m)
  • Diga di Val Gallina (680 m)
  • Bivio


Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su versante montuoso a quote di medio-bassa montagna. Il dislivello è medio e sviluppato su una media lunghezza del percorso. La pendenza media è bassa.

Il percorso si sviluppa come sentiero, traccia e strada asfaltata su pendii boscosi e tratte rocciose in frana. Una buona metà del percorso, a partire da Casera del Pian, è in stato di abbandono, con tratti franati, tracce molto labili e qualche tronco da scavallare. I tratti franati richiedono una carta agilità e decisione nel proseguire. La segnaletica è molto scarsa in diversi punti, la traccia a volte è difficilmente identificabile e i segni sugli alberi sono spesso sbiaditi. Il percorso in generale richiede un buon senso dell'orientamento e un adattamento a luoghi selvaggi.

Il grado di difficoltà escursionistica è EE (Escursionisti Esperti), mentre il grado di difficoltà alpinistica è F+ (Facile più).

Introduzione geografica e cenni geologici

La Val Gallina è una piccola valle situata all'interno dei Monti d'Alpago nei pressi di Soverzene, chiusa a sud dal crinale del Monte Dolada (1938 m) e Col Mat (1981 m), a nord da Cima Mora (1940 m) e Monte Toc (1921 m), e dominata a est dalle pareti di Cima Secca (2352 m), la propaggine più occidentale del Col Nudo, la vetta più alta dei Monti d'Alpago e delle intere Prealpi Venete. All'interno della valle si trova il Lago di Val Gallina, creato artificialmente nel 1951 insieme ad una serie di laghi vicini (tra cui il vicino e tragicamente famoso lago del Vajont) e sbarrato da una diga alta 89 m progettata dall'ingegner Carlo Semenza.

A livello geologico, all'interno della valle è presente un'anticlinale con asse circa E-O. alla base affiora la Dolomia Principale del Triassico Superiore, mentre nelle porzioni più superiori fino alle vette le formazioni giurassico-cretaciche calcaree. I versanti detritici, generati dall'accumulo di materiale per caduta gravitativa, sono fortemente interessati da frane e dilavamento. Queste frane spesso intaccano anche il sentiero su cui si svolge il percorso.

Percorso

Dopo essere saliti per la Via di Val Gallina che da Soverzene sale ed entra all'interno della Val Gallina, parcheggiamo nel punto in cui questa si divide in due rami (710 m). Sotto la mole incombente dello Spiz Gallina (1545 m) a nord, iniziamo il percorso seguendo la strada asfaltata che sale (Strada Costa dei Avedin) e ignorando l'indicazione che indica verso il basso la diga di Val Gallina, quella sarà la strada da cui arriveremo una volta completato l'anello.

Saliamo costantemente all'interno della valle tenendoci la diga e il Lago di Val Gallina sotto a sinistra. Sempre seguendo la strada asfaltata, giriamo il crinale di Cima Calda (1610 m) tenendoci ora alle spalle lo Spiz Gallina. Ci addentriamo quindi nella prima valle a sud della conca situata alla base del Monte Dolada (1938 m). Dopo aver raggiungo un punto panoramico elevato (855 m), la strada smette di essere asfaltata per diventare sentiero, dividendosi in due. Ignoriamo il sentiero che sale in direzione del Monte Dolada e seguiamo quello in basso, che in alcune parti risulta parzialmente franato.

Scendiamo quindi fino alla base del vallone dove attraversiamo il torrente con uno stretto ponticello (815 m) con parapetti d'acciaio. A pochi metri da questo, deviando il sentiero vi è una peculiare cascata che scende dalle varie stratificazioni della Dolomia Principale affiorante. I torrenti sono generalmente abbastanza carichi d'acqua a causa della neve nelle vette circostanti appena caduta e dalle intense precipitazioni avvenute nelle settimane precedenti.

Appena dopo il ponticello, ci troviamo di fronte ad una ripida rampa dove il sentiero sale a zig zag per una cinquantina di metri di dislivello. Superata, un breve tratto in piano ci permette di tirare un po' il fiato, prima che riprenda il sentiero in salita nel pendio boscoso a tratti ripido. Risaliamo con lo scopo di superare le nicchie delle numerose frane che si aprono sui versanti detritici di questi monti. Mentre guadagniamo quota, si amplia il panorama che su parte delle Dolomiti Bellunesi, che mostrano porzioni diversa a seconda del punto nel percorso. Raggiungiamo il bivio (986 m) con il sentiero CAI 960 che a destra sale al Col Mat (1981 m), noi proseguiamo a sinistra verso Casera del Pian. Superiamo un'area franata dove il sentiero è stato assicurato con assi di legno e raggiungiamo Casera del Pian (1010 m) dove ci concediamo una pausa immersi nel solo rumore degli uccelli e dell'acqua.

A seguito della Casera il sentiero diviene una labile traccia spesso interrotta da alberi caduti dove è avere un buon senso dell'orientamento diviene una condizione indispensabile. La continuazione del sentiero appena dopo la Casera è mascherata da una serie di tronchi tagliati, per trovare una simil traccia identificata da segni sugli alberi è stato necessario perquisire la zona. Da sottolineare come in queste tratte sia stato fondamentale l'utilizzo del GPS sulle mappe offline scaricate di Mapy.cz. Aggiriamo il crinale del Pianazon in piano o leggera discesa in direzione del Col Nudo fino ad addentrarci in un piccolo canale. Ci troviamo a superare canali franosi ed esposti non attrezzati e qualche passaggio di I grado su roccia che richiedono una certa decisione nei movimenti. Uno scivolamento potrebbe non essere simpatico vista la ripidità e la poca stabilità del pendio. Continuiamo a seguire i segni sugli alberi raggiungendo la base di un vallone sotto il Col Mat. In questo punto le tracce sbiadiscono e per proseguire il tracciato bisogna seguire il torrente verso valle fino a trovare il punto in cui guadarlo (915 m) per riprendere il percorso dal lato opposto (qualche ometto indica la via). Saliamo brevemente per il bosco fino ad incontrare un cartello (930 m), indicazione che siamo sul tracciato del CAI 967. Scendiamo quindi per il versante boscoso e aggiriamo il crinale, che ci mostra il prossimo ostacolo la superare: dobbiamo scendere il vallone NE che proviene da Forcella Bassa (1330 m). Passiamo in fianco ad una parete rocciosa e superiamo subito dopo un canale franoso, dove misuriamo ogni singolo passo cercando di mettere il piede su rocce stabili per non scivolare. Continuiamo quindi la discesa per il ghiaione detritico e giungiamo alla base dove guadiamo il torrente nel punto più facile (835 m).

Risaliamo ripidamente il lato opposto per la labile traccia fino a quota 930 m, raggiungendo qualche punto panoramico per osservare il crinale innevato del Col Mat e del Monte Dolada sul lato opposto e il Monte Serva (2132 m) nelle Dolomiti Bellunesi. Dopo aver superato il bivio dove entriamo del CAI 958 (che sale a Forcella Bassa), che continua guadando un ulteriore torrente (915 m) su un piccolo vallone. Iniziamo quindi una costante discesa fino a passare in fianco ad una casera privata (850 m). Scendiamo ripidamente per un sentiero ora maggiormente evidente e passiamo l'ultimo torrente stavolta per un ponticello di legno (780 m). Il sentiero ora è ben messo e attrezzato con corde fisse nei punti vicini ai precipizi. Ad un certo punto il CAI 958 vira verso il basso (la traccia in realtà continua in piano in direzione di Casot Spiz Gallina, punto ideale dove intraprendere la difficile e selvaggia via normale di salita allo Spiz Gallina) e scende fino a portarsi quasi a livello del lago. Continuiamo quindi il largo sentiero fino alla diga (670 m), che attraversiamo godendo del panorama verso il lago e verso valle fino ad intercettare la strada asfaltata. Seguiamo la strada asfaltata in salita fino a raggiungere il punto di partenza completando l'anello.

Considerazioni finali 

Il giro effettuato, nonostante la quota bassa, si sviluppa su ambiente selvaggio e generalmente poco frequentato. Per effettuare il giro è necessario un ottimo senso dell'orientamento e una certa decisione e agilità nell'affrontare qualche punto in cui il sentiero è franato.

Galleria immagini

Lo Spiz Gallina (1545 m) oltre la valle dal punto di partenza

Iniziamo seguendo la strada per alto

Dalla strada la vista sulla diga del Lago di Val Gallina

Continuiamo a seguire la strada asfaltata in salita

Lo Spiz Gallina alle spalle

Un torrente a lato della strada

Cima Sora il Ciot (2318 m) appartenente al massiccio del Col Nudo

Dalla strada oltre il lago lo Spiz Gallina col Monte Toc (1921 m) e Cima Mora (1940 m)

Sotto il Monte Dolada (1938 m)

Attraversiamo un punto dove la strada (ora sterrata) è in parte franata

Attraversamento del torrente per un ponticello

Attraversamento del torrente

Cascata nei pressi del ponticello

Ripida rampa a zig zag di 50 m da risalire appena dopo il ponticello

Il sentiero è stato modificato nel suo corso a causa delle numerose frane presenti nei versanti della valle

Il sentiero risale con brevi scalette per sorpassare le frane

Frane e colatoi ripidi verso il basso

Cima Calda (1610 m), una delle vette che circonda la Val Gallina

Lo Spiz Gallina, mentre sullo sfondo le Dolomiti Bellunesi con la Talvena (2542 m)

Bivio a quota 986 m, a destra il sentiero che sale al Col Mat (1981 m)

Passerella nell'attraversamento di un canalone in frana

La nicchia di distacco della frana

La frana verso il basso

Spostandosi nella valle, compare il Gruppo Schiara-Pelf nelle Dolomiti Bellunesi

L'area in frana che interessa il versante ripido costituito da depositi di versante

Casera del Pian, 1010 m

Il Monte Dolada da Casera del Pian

Il sentiero dopo la Casera continua come traccia molto labile contrassegnata da segni sugli alberi.

Sotto il Col Nudo nel ripido versante boscoso

Attraversiamo un primo ripido e franoso canalone dove è richiesta decisione e agilità

Particolare del punto attraversato con il precipizio sottostante

In questa parte del tracciato si susseguono diversi passaggi su roccia e terreni ripidi dove è richiesta una certa agilità e decisione nei movimenti per evitare pericolosi scivoloni

Un segnale ci indica che, nonostante il sentiero sia quasi del tutto scomparso, siamo comunque nel tracciato

Dobbiamo scendere nuovamente per un pendio franoso per superare il canalone che scende da Forcella Bassa (1330 m), tra Col Nudo e Cima Mora

Per scendere in alcuni tratti è bene guardare dove si mettono i piedi, scegliendo le rocce più stabili per evitare scivolate. Non esitiamo a tenerci sugli appigli delle rocce sopra

Continuiamo la discesa sulla traccia tra ghiaie

Alla base del canalone guadiamo il torrente nel punto più facile

Dopo essere risaliti per circa 100 m, di fronte la cresta innevata del Col Mat

Il Monte Serva (2132 m) nelle Dolomiti Bellunesi

Cresta del Col Mat

Monte Dolada

L'ultimo torrente da attraversare, stavolta ci viene in aiuto un ponticello di legno

Un tratto di ora facile sentiero con visto il precipizio a sinistra

Giungiamo alla diga del Lago di Val Gallina

Iniziamo a percorrere la panoramica diga sul lago e sui monti che circondano la Val Gallina

Dalla diga la vista verso valle e le Dolomiti Bellunesi sullo sfondo

Il lago, dominato dal Massiccio del Col Nudo


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