2024-06-09 Monte Toc
MONTE TOC - CIMA MORA
Via normale al Monte Toc e Cima Mora (Monti d'Alpago, Pordenone)
Dati tecnici
Data | 9 giugno 2024 |
Punto di Partenza | parcheggio Frana del Vajont (790 m) |
Lunghezza | 10,8 km |
Tempo | 4.30 |
Dislivello complessivo | 1300 m (compresi saliscendi) |
Quota massima | 1940 m (Cima Mora) |
Punti d’appoggio | |
Sentieri | CAI 907 |
Difficoltà | EE - I - F |
Segnaletica | Scarsa in alcuni punti |
Percorso in sintesi:
- parcheggio Frana del Vajont (790 m)
- Casera Vasei (1610 m)
- Monte Toc (1921 m)
- Cima Mora (1940 m)
- Casera Vasei
- Frana del Monte Toc (1000 m)
- parcheggio Frana del Vajont


Il percorso proposto si sviluppa su versante e cime a quote di medio-bassa montagna. Il dislivello è elevato e sviluppato su una media lunghezza del percorso. La pendenza media è elevata.
Il percorso comincia con strada e carrareccia, continua poi come ripido sentiero e infine traccia su ripido pendio boscoso e pino mugo alla quota superiore di 1750 m. Il percorso non presenta difficoltà tecniche dovute all'esposizione, tuttavia il primo tratto di bosco è notevolmente ripido e a fondo umido e scivoloso. L'ultimo tratto è su una traccia di sentiero che facilmente si perde tra i fitti pini mughi, molto utile quindi un GPS. La segnaletica è ottima fino a seguire il CAI 907, poi è necessario avere occhio a dove si snoda il percorso.
Il grado di difficoltà escursionistica è EE (Escursionisti Esperti), il grado di difficoltà alpinistico è F (Facile).
Introduzione geografica e cenni geologici
Il Monte Toc è una delle vette che fa da sfondo alla Valle del Vajont e all'inizio della valle del Piave. Si tratta una cima normale come tutte le circostanti spesso più elevate, e lo sarebbe rimasto se non fosse per la tragica data del 9 ottobre 1963. Come mostra chiaramente il versante nord rivolto alla valle del Vajont, la sera del 9 ottobre 1963 un'imponente frana si è staccata dalla montagna ed è precipitata a forte velocità sul lago artificiale del Vajont da pochi anni creato. L'onda di tsunami generata da rapidissimo riempimento del bacino ha distrutto i piccoli centri abitati di Erto e Casso e la città di Longarone situata sulla valle del Piave provocando 1917 morti.
La grande frana è dovuta dalla struttura a franappoggio del versante nord, ovvero gli strati rocciosi sono inclinati nella stessa direzione del versante topografico. Questo ha permesso lo svicolamento degli strati rocciosi usando come superficie di scollamento uno strado di argilla probabilmente arricchito d'acqua a causa della presenza del bacino artificiale. Gli strati rocciosi sono calcari mesozoici di età giurassico - cretacica.
Accesso
Dalla Longarone si sale per la ragionale 251 che entra nella Valle del Vajont salendo verso Erto e Casso. Una volta superata la diga si prende la strada asfaltata che sale per il corpo di frana e si parcheggia sui grandi spiazzi a lato.
Percorso
Iniziamo il percorso dal primo dei grandi spiazzi a lato della strada a quota 790 m. Proseguiamo quindi seguendo la strada sul corpo di frana per qualche centinaio di metri fino a raggiungere il punto di innesto del sentiero CAI 907 nei pressi di una seconda area di parcheggio (820 m) molto panoramica sulla nicchia di distacco della frana del 9 ottobre 1963. Scendiamo l'ampio sentiero per circa 30 m e proseguiamo dritti ignorando la continuazione della strada forestale a destra che scende verso la diga.
Il sentiero, ora diventato stretto ma ben visibile, inizia a salire nel bosco fino a quota 855 m, dove vira a destra proseguendo sostanzalmente in piano o in leggera salita a fianco di un muretto. Raggiungiamo quindi la scarpata a ovest della montagna (senza avvicinarci troppo) verso la Valle del Piave (885 m), dove il sentiero inizia ad impennare a forte pendenza. La salita è faticosa e bisogna prestare attenzione alla presenza di foglie, radici e sassi bagnati che facilitano fastidiose scivolate. Proseguiamo per salita senza sosta fino a quota 1400 m, dove passiamo sotto ad una parete rocciosa a tratti strapiomante, utile come riparo in caso di maltempo. Continuiamo quindi a salire per rado bosco fino a raggiungere Casera Vasei (1610 m), dove termina il CAI 907.
Continuiamo quindi per traccia nel rado bosco, che a quota 1750 m lascia il posto al pino mugo. Seguiamo la traccia comunque visibile aggirando il Col delle Damede (1733 m) e qualche dolina. A quota 1800 m un'indicazione per la vetta del Monte Toc invita a salire a destra seguendo una traccia tra roccette e pino mugo fitto che facilmente si perde. Spesso la traccia è stata realmente identificata una volta discesi, scoprendo qual'è la giusta direzione da seguire. A quota 1860 m arriviamo alla sella tra Cima Mora e Monte Toc e ci apprestiamo a salire su quest'ultimo seguendo la traccia che con un ultimo strappo in salita ci consente di arrivare alla vetta a 1921 m. Per chi non soffre di vertigini, è possibile raggiungere un punto panoramico vicino per osservare la Valle del Piave e lo Spiz Gallina alla base, passando una traccia tra mughi e roccette (I). Scendiamo poi dal Monte Toc e risaliamo per Cima Mora per il sentiero ripido tra facili roccette e pendio prativo. Dalla vetta, a 1940 m, vista sul Col Nudo (2472 m) e Monte Dolada (1938 m), la Val Gallina in basso e la Valle del Vajont. La vista è stata tuttavia limitata dalle scarse condizioni meteo, con abbondanti nubi e forte umidità che hanno limitato la vista verso le cime più distanti di 10 km.
Scendiamo quindi per la traccia e per il CAI 907 nuovamente verso la Valle del Vajont. A quota 1075 m prendiamo una traccia poco visibile per raggiungere a quota 1000 m la nicchia di distacco della frana del 9 ottobre 1963, le cui dimensioni sono a dir poco impressionanti. Poco a lato della frana il sentiero scendere molto ripido fino a congiungersi nuovamente al CAI 907 a quota 855 m, per poi continuare verso il punto di partenza. Nel frattempo il meteo è peggiorato, con l'arrivo di forte pioggia nell'ultimo tratto di strada asfaltata prima della macchina.
Considerazioni finali
La salita al Monte Toc è di grande importanza per la notorietà tragica che questa montagna ha avuto nella storia dei grandi disastri legati a errori umani di progettazione. Nonostante questo, si tratta di una lunga salita faticosa in ambiente selvaggio con rilevante dislivello da percorrere.
Galleria immagini
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| Dall'ampio spiazzio nel corpo di frana (790 m) il Monte Toc è parzialmente coperto a causa delle nubi e della forte umidità |
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| Il paese di Casso, situato sopra la scarpata rocciosa della Formazione di Soccher |
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| Continuiamo la strada costruita sul corpo di frana |
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| Nei pressi di un parcheggio poco sopra (820 m) prendiamo il sentiero CAI 907 |
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| Scendiamo brevemente per il largo sentiero |
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| Seguiamo sempre il sentiero, ora diventato stretto ma ben seguibile |
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| Il sentiero procede in spiano per un pò di metri |
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| Vicino alla scarpata con la valle del Piave, il sentiero inizia a impennare diventanto molto ripido |
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| Dopo la ripida salita, a quota 1400 m passiamo sotto una parete rocciosa strapiombante |
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| Passaggio sotto parete, sullo sfondo il Becco di Toc (1860 m) coperto dalle nuvole |
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| La parete incavata può essere utile come momentaneo riparo |
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| Raggiungiamo Casera Vasei (1610 m) |
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| Verso le vette da raggiungere annuvolate |
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| Nubi risalgono dalla valle del Piave |
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| Continuamo per traccia lungo il rado bosco |
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| A quota 1750 il bosco lascia posto al pino mugo |
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| Per la vetta del Monte Toc salire per la traccia a destra |
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| La traccia spesso si perde, costringendoci a trovare la via attraverso il pino mugo fitto |
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| Poco sotto la vetta del Monte Toc |
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| La vetta del Monte Toc (1921 m) |
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| La vicina e più elevata Cima Mora |
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| Il Col Nudo (2472 m) oltre la Val Gallina |
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| Da una vicina vetta al Monte Toc, la Valle del Piave e lo Spiz Gallina (1545 m) |
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| Monte Dolada (1938 m) e cresta del Col Mat (1981 m). In basso si intravvede il Lago di Val Gallina |
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| La cima del Monte Toc e Cima Mora dal punto panoramico raggiunto |
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| Qualche piccola roccetta ripida (I) da salire per raggiungere il punto panoramico |
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| La Valle del Vajont vista da Cima Mora |
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| Lago di Val Gallina da Cima Mora |
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| Col Nudo da Cima Mora |
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| La Vetta di Cima Mora, 1940 m |
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| Per salire al Monte Toc, la traccia sale a destra |
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| Il Monte Borga (2228 m) e l'annuvolato Monte Duranno (2666 m) dentro la Val Zemola |
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| Nella nicchia di distacco della frana del 9 ottobre 1963 (1000 m) |
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| La grandezza della nicchia di frana mostra il quantitativo di materiale che si è staccato dalla montagna |
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| Il ripido sentiero di discesa poco distante dalla frana |



































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