FERRATA CAPRIOLI
Ferrata Caprioli a San Vito di Cadore (Dolomiti di Braies, Di Sesto e di Ampezzo, Belluno)
Dati tecnici
Data | 13 ottobre 2024 |
Punto di Partenza | parcheggio presso Il Cardo (1145 m) |
Lunghezza | 8,6 km |
Tempo | 6.30 |
Dislivello complessivo | 700 m |
Quota massima | 1823 m (Rif. San Marco) |
Punti d’appoggio | Rifugio San Marco |
Sentieri | CAI 225 - 228, Ferrata Caprioli |
Difficoltà | EEA - III+ - PD |
Segnaletica | Buona |
Percorso in sintesi:
- Parcheggio (1145 m)
- Ferrata Caprioli
- Rif. San Marco (1823 m)
- Parcheggio


Note tecniche e difficoltà
Il percorso proposto si sviluppa su versante a quote di media montagna. Il dislivello è medio e sviluppato su una bassa lunghezza del percorso. La pendenza media è moderata.
Il percorso presenta principalmente come sentiero e via ferrata. La via ferrata Caprioli è un percorso di recente costruzione (2024) e alterna pareti appoggiate e qualche salto verticale con traversi esposti. In generale non è un percorso per neofiti e per affrontarlo serve una minima esperienza in questo tipo di percorsi un po' variabili.
Il grado di difficoltà escursionistica è EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura), il grado di difficoltà alpinistico è PD (Poco Difficile).
Introduzione geografica e cenni geologici
Il percorso è costruito un una scarpata rocciosa nella Val Boite all'altezza di San Vito di Cadore alla base della muraglia dolomitica dei massicci del Sorapiss (3205 m) e di Cima Belprà (2917 m).
La roccia su cui si sviluppa la ferrata è dolomia appartente alla formazione della Dolomia Cassiana (Ladinico Superiore - Carnico Inferiore), formata in ambiente corallino ad atolli circondato da bacini di mare più profondo. Al di sopra della Dolomia Cassiana troviamo le Formazioni di Heilighkreuz e Travenanzes, sopra le quali si sviluppa la Dolomia Principale dei massicci dolomitici. Parte della ferrata si sviluppa su un'antica nicchia di frana, precipitata probabilmente a seguito del ritiro dei ghiacci all'inizio dell'Olocene.
Accesso
Da San Vito di Cadore si sale per Via Belvedere fino al grande parcheggio presso l'hotel Il Cardo.
Percorso
Iniziamo percorrendo in piano l'ampia area turistica verso La Baita (al momento chiusa), dove prendiamo la carrareccia che sale seguendo il torrente in leggera salita. A quota 1165 m guadiamo il Ru Secco e continuiamo a seguire l'ampio sentiero ora per salita più ripida nel pendio boscoso. A quota 1255 m ignoriamo il sentiero a destra da cui torneremo alla via del ritorno, proseguendo invece a sinistra. Continuiamo a salire per il ripido ma largo sentiero fino a delle piccole aperture panoramiche dove riprendere fiato e goderci un iniziale panorama sul Monte Pelmo (3168 m) e le Dolomiti Ampezzane. Proseguiamo il sentiero (ora più simile ad una traccia) verso le prime pareti rocciose passando a fianco a delle Amanite Muscarie. Saliamo ancora fino a quota 1450 m dove troviamo la targhetta di inizio ferrata e indossiamo il kit.
L'attacco vero e proprio inizia poco distante con una prima parte su terreno roccioso misto a fango che continua con una paretina e un traverso di roccia sporca di fango dove serve una certa decisione e agilità per superarla. Continuiamo sempre per paretine e traversi a tratti scivolosi. Il numero di appigli di queste pareti appoggiate è abbastanza elevato da progredire facilmente in arrampicata. Dopo una paretina che superiamo con alcuni zig-zag traversi giungiamo ad una breve cresta che ci inoltra all'interno della grande nicchia di frana dove si sviluppa la seconda parte della ferrata. Scendiamo per qualche metro e risaliamo per la parete appoggiata sfruttando l'aderenza dei piedi sulla roccia ora più pulita dal fango. Giungiamo quindi al punto chiave, dove saliamo per staffe in verticale e proseguiamo per un traverso in grande esposizione sempre su staffe. Saliamo su un diedro e proseguiamo su parete appoggiata sfruttando sempre l'aderenza e ogni asperità della roccia. Terminiamo la ferrata su un pianoro erboso al di sopra della nicchia di frana a quota 1720 m dove possiamo avere il panorama su tutta la Val Boite e sul gruppo delle Tofane a NO.
Proseguiamo il sentiero su traccia lungo il costone erboso fino a congiungerci al CAI 225 a 1750 m. Proseguiamo il CAI 225 che traversa il pendio superando alcuni canaloni dove prestare attenzione a tratte di sentiero franato, fino a giungere al Rif. San Marco (1823 m), dove possiamo riposare ed ammirare il "Re delle Dolomiti" già innevato, l'Antelao (3264 m). Scendiamo per il CAI 228 - AV3 per ripido sentiero su fondo roccioso nel bosco, attraversiamo un torrente e arriviamo alla zona detritica, dove ampi tratti sono franati a causa dei debris flow che si innescano a seguito di forti piogge. Scendiamo fino ad intercettare la strada sterrata sotto il Rif. Scotter a quota 1584 m e scendiamo per gli ampi tornanti fino ad intercettare la strada di andata al bivio quota 1255 m, dove ritorniamo al punto di partenza.
Considerazioni finali
La ferrata Caprioli è di recente costruzione e permette di effettuare un percorso a quota relativamente bassa sperimentando varie tipologie di tratti (scalinate a pioli, traversi, pareti appoggiate) dove utilizzare varie tecniche di arrampicata. Si tratta comunque di un percorso impegnativo riservato a chi ha almeno un minimo di esperienza in vie ferrate. Le difficoltà sono aumentate anche per il fondo spesso sporco di fango e terriccio che limita l'aderenza agli appigli in alcuni punto, specialmente il tratto iniziale.
Ulteriori informazioni sulla ferrata Caprioli possono essere ricavati dal sito di ferrate365 FERRATA CAPRIOLI.
Galleria immagini
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| Croda Marcora (3154 m) e Cima Belprà (2917 m) dal parcheggio di partenza |
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| Antelao (3264 m) dal parcheggio di partenza |
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| Parcheggio a quota 1145 m |
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| Saliamo per la strada sterrata |
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| Ampio sentiero ripido di avvicinamento alla ferrata |
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| Panorama verso il Pelmo (3168 m), il Col de La Puina (2253 m), Roccheta de La Prendera (2494 m) e Croda da Lago (2715 m) |
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| Gruppo di amanita muscaria lungo il sentiero di avvicinamento |
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| Targhetta prima dell'inizio della ferrata |
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| Il primo tratto di ferrata tra roccia sporca di fango e tratti erbosi ripidi |
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| La prima parte di ferrata con pareti appoggiate talvolta sporche di fango che rendono difficoltosa la progressione |
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| San Vito di Cadone con il Pelmo alle spalle |
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| Parete di circa 10 m |
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| Altra partete con balzi e traversi |
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| Stretta crestina porta dentro la nicchia di frana dove si sviluppa la seconda metà della ferrata |
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| Scendiamo per qualche metro |
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| Tratto verticale con staffe seguito da un traverso esposto |
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| Tratto finale in placca dove procedere in aderenza |
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| San Vito e il Pelmo dal punto panoramico al termine della ferrata a quota 1750 m |
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| Vista verso le Tofane |
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| Croda Marcora e Punta Taiola (2485 m) del Gruppo del Sorapis |
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| La bassa Val Boite con le Dolomiti Meridionali di Zoldo |
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| Monte Pelmo |
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| Proseguiamo per il sentiero nel bosco |
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| Antelao |
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| Antelao |
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| Seguiamo il CAI 225 |
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| CAI 225 |
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| Uno dei diversi canaloni attraversati dal CAI 225 con la colorazione tipida della Formazione di Travenanzes |
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| Rif. San Marco (1837 m) |
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| Antelao |
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| Cima Belprà |
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| Ripida discesa col CAI 228 |
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| Discesa col CAI 228 |
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| Canalone quota 1740 m con gli strati di Heilighkreuz |
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| Sentiero ora largo tra detriti e mughi |
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| Passaggio a fianco del canalone scavato dalle frane |
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| Passaggio a fianco del canalone scavato dalle frane |
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| Ampio sentiero di discesa dopo il Rif. Scotter |
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