Note tecniche e difficoltà
Il percorso proposto si sviluppa su versante a quote di medio-bassa montagna. Il dislivello è medio.
Il percorso presenta principalmente come sentiero e tratte in strada sterrata su boschi e cenge talvolta alla base di strapiombi rocciosi. I pochissimi tratti esposti sono ottimamente attrezzati con parapetti e cordini. Fare attenzione al periodo di maggio in quanto è una zona facilmente infettata da zecche, consigliati pantaloni lunghi ed evitare di stare sull'erba alta.
Il grado di difficoltà escursionistica è E (Escursionistico).
Introduzione geografica e cenni geologici
Il Monte Totoga è un picco isolato situato all'inizio della conca del Primiero, dividendo la val Schener a est dalla Val Vanoi a ovest. Nonostante la quota sensibilmente inferiore rispetto ai monti circostanti, l'isolamento permette un ottimo panorama sulle valli e le vette dei Lagorai, Cima d'Asta, le Pale di San Martino e le Dolomiti di Feltre.
Dal punto di vista geologico, la montagna si trova appena al di sotto del sovrascorrimento della Valsugana, è quindi costituito dalle stesse formazioni rocciose che costituicono le vicine Vette Feltrine. Alla base si ha la Dolomia Principale (Triassico Superiore), seguito dai Calcari Grigi del Giurassico inferiore e dalla Formazione di Rotzo (Giurassico medio). Il Rosso Ammonitico (Giurassico superiore) affiora nei pressi della cima. Per effetto del sovrascorrimento, gli strati calcarei immergono verso sud.
Accesso
Da Imer si sale per la strada verso il Passo Gobbera, dove si parcheggia.
Percorso
Dal passo Gobbera seguiamo le indicazioni del CAI 345 proprio in corrispondenza del culmine della strada in direzione delle pareti del Monte Totoga. Saliamo per ampia strada sterrata e incontriamo dopo pochi metri un bivio presso una Fornace (1000 m). Seguiremo la strada che sale a sinistra, mentre torneremo dalla strada a destra chiudendo l'anello. Seguiamo la strada forestale che continua sostanzialmente in piano seguendo di vari impluvi della montagna anche nei pressi delle pareti calcaree concedendo ogni tanto qualche vista sulla conca del Primiero e sulle sue vette iconiche purtroppo avvolte dalle nuvole. Presso il bivio de le Do Strade (1050 m) abbandoniamo la strada in quanto il sentiero 345 continua a destra come sentiero ora in salita decisa. Tagliamo i vari costoni rocciose passando anche per una cengia che è stata attrezzata per sicurezza. La salita continua sempre ripida per bosco fino al bivio El Ram a quota 1380 m, dove seguiremo il sentiero a destra (345A) che in pochi metri scollina portandoci in una zona di alberi prevalentemente abbattuti. Continuiamo a seguire il sentiero fino al punto panoramico Le Monde (1510 m) dove possiamo godere di una buona vista dall'alto sulla conca del Primiero, le Pale di San Martino parzialmente ancora offuscate, il gruppo del Cimonega e il Monte Pavione (2335 m).
In pochi metri raggiungiamo la sterrata, che continuiamo in salita fino a raggiungere il Rifugio Forestale S. Guadalberto (1570 m). Poco dopo il rifugio, prima delle gallerie, incontriamo una traccia che sale a destra. Seguiamo quella traccia facendo attenzione a non perderla e a non avvicinarci agli strapiombi a sinistra per raggiungere la vetta del Monte Totoga a 1705 m.
- Nord: i Lagorai orientali, con Cima Folga (2436 m) e Cima Scanaiol (2467 m). Si intravede più distante la cima di Cima Cece (2754 m), la vetta più elevata dei Lagorai.
- Sud-est: il Monte Pavione (2335 m)
- Sud: il Monte Coppolo (2069 m)
- Ovest: Cima d'Asta (2847 m)
Reintriamo per il sentiero fino al rifugio e facciamo una veloce visita agli
Stoli de Totoga, con diverse sezioni aperte. Questi sono delle gallerie utilizzate dagli italiani durante la Grande Guerra prima della disfatta di Caporetto.
Scendiamo nuovamente per la forestale e la continuiamo (sentiero 345B) per i suoi ampi tornanti fino ai Pradi de Totoga Alta (1400 m), dove il sentiero 345 esce dalla forestale passando per un pendio prativo parzialmente alberato. Raggiungiamo delle casere (Prati Totoga, 1345 m) che superiamo e ci addentriamo nel bosco, dove il versante scende ripido verso la Val Vanoi a ovest della montagna. Iniziamo quindi a scendere ripidamente il sentiero ben segneto tra foglie e rocce affioranti, tagliando il versante e attraversando i vari impluvi ricchi di rivoli d'acqua. Dopo essere scesi di 200 m, iniziamo a costeggiare su cenge boscose tra strapiombi rocciosi sotto e sopra di noi, dove la presenza di bosco evita la sensazione di vertigine, se non l'imponenza della parete sutto cui passiamo. Passiamo un tratto con passerella in legno e poco dopo guadiamo il Rio Val Scorraia all'interno di un vallone. Il sentiero diventa subito dopo una strada sterrata in piano e leggera discesa fino al Col de La Cros (1078 m), con vista spettacolare sulla Val Vanoi. Continuiamo quindi la Strada forestale tra brevi saliscendi fino a trovarci nuovamente alla Fornace chiudendo l'anello, dove in pochi minuti raggiungiamo Passo Gobbera.
Considerazioni finali
Percorso escursionistico in una zona molto suggestiva sia a livello paesaggistico che storico. La salita è facile ma richiede comunque un buon allenamento per la presenza di diverse tratte ripide. Da non sottovalutare il problema delle zecche che infestano la zona soprattutto nel mese di maggio (periodo dell'escursione), è quindi bene dotarsi di pantaloni lunghi, spray antizecca ed evitare di camminare nell'erba alta.
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