2025-08-07 Monte Ferrara

 MONTE FERRARA

Bivacchi e Via normale al Monte Ferrara (Prealpi Carniche, Pordenone)

Dati tecnici

Data

5-7 agosto 2025

Punto di Partenza

Parcheggio Rif. Pordenone (1185 m)

Lunghezza

  • 1° giorno: 4,1 km
  • 2° giorno: 2,5 km
  • 3° giorno: 7,6 km

Tempo

  • 1° giorno: 2:30
  • 2° giorno: 1.30
  • 3° giorno: 3.00

Dislivello complessivo

  • 1° giorno: 700 m (+), 100 m (-)
  • 2° giorno: 200 m (+), 100 m (-)
  • 3° giorno: 450 m (+), 1130 m (-)

Quota massima

2258 m (Monte Ferrara)

Punti d’appoggio

  • Rif. Pordenone (1249 m)
  • Casera Roncada (1781 m)
  • Casera Bregolina Grande (1858 m)

Sentieri

CAI 370

Difficoltà

E - I - F

Segnaletica

Buona

Percorso in sintesi

Giorno 1:

  • Parcheggio Rif. Pordenone (1185 m)
  • Rif. Pordenone (1249 m)
  • Casera Roncada (1781 m)
Giorno 2
  • Casera Roncada
  • Forcella della Lama (1948 m)
  • Forcella di Sabbia (1977 m)
  • Casera Bregolina Grande (1858 m)
Giorno 3
  • Casera Bregolina Grande
  • Forcella di Sabbia
  • Forcella della Lama
  • Monte Ferrara (2258 m)
  • Forcella della Lama
  • Parcheggio Rif. Pordenone


Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su versante, fondovalle e cresta a quote di media montagna

Il percorso presenta principalmente come sentiero e strada sterrata su pendii rocciosi, boschivi e prativi a seconda della quota. L'escursione è nel complesso facile, anche se è da prestare attenzione in alcuni punti della via normale al Monte Ferrara per la presenza di tratte un po' sdruccevoli. Da fare attenzione inoltre al fatto che la zona delle Dolomiti Friulane è particolarmente selvaggia e con ricezione telefonica molto scarsa.

Il grado di difficoltà escursionistica è E (Escursionistico), mentre il grado di difficoltà alpinistica è F (Facile).

Introduzione geografica e cenni geologici

Il Monte Ferrara è una cima situata all'interno del gruppo montuoso delle Dolomiti Friulane, una zona perticolarmente selvaggia povera di strade, sentieri e rifugi. Le vette vengono considerate Dolomiti per l'aspetto torreggiante e le pareti verticali calcaree molto simili alle Dolomiti propriamente dette, solo le quote sono sensibilmente più basse, trovandosi mediamente tra i 2000 e i 2500 m di altezza. Le vette più elevate della catena si trovano al confine occidentale col Veneto.

Dal punto di vista geologico le montagne sono costituite principalmente da Dolomia Principale, deposta del periodo Norico del Triassico Superiore (205 Ma) in una vasta piana carbonatica soggetta all'azione delle maree. Al di sopra di questa formazione affiorano i Calcari Grigi del Giurassico Inferiore, sempre formati in condizioni di piattaforma. A livello strutturale è presente un sovrascorrimento che porta la dolomia sopra i calcari a causa del raccorciamento crostale dovuto alla spinta orogenetica. Nei pressi di questa linea le rocce appaiono fratturate e disgregate.

A livello morfologico la zona prisenta molto evidentemente l'azione del ghiaccio (valli a U) e l'azione gravitativa (presenza di ghiaioni e conoidi detritici).

Accesso

Da Cimolais prendiamo la stretta strada che entra nella Val Cimoliana. Percorriamo questa strada a tratti sterrata per diversi minuti fino al suo termine nei pressi del parcheggio del Rif. Pordenone.

Percorso

Giorno 1. Dal parcheggio (1180 m) saliamo in breve tempo al Rif. Pordenone (1249 m). Il progetto originario del giro prevedeva la salita alla Val Montanaia e il pernotto presso i bivacchi Perugini e Granzotto. Il giro è stato modificato a causa dell'elevata presenza di escursionisti che avrebbe riempito il bivacco. Si è deciso quindi di optare per i bivacchi situati nelle montagne di fronte.

Scendiamo dal rifugio Pordenone e prendiamo il sentiero 370 che entra nel Val Sciol Demont. Il primo tratto del sentiero è su larga mulattiera in leggera salita che poi termina sul pendio detritico del fondovalle. Saliamo quindi per detriti prima in leggera pendenza e poi via via superiore circondati dalle pareti calcareo-dolomitiche delle Torri Postegae (2346 m). Mentre saliamo si amplia il panorama sulle cime degli Spalti del Toro e sul Gruppo del Montanaia, dove era prevista inizialmente l'escursione. Tra i due gruppi compare anche l'iconico Campanile di Val Montanaia (2173 m), sede di famose vie di arrampicata e quindi molto noto in ambiente alpinistico. Arriviamo alla testata della Val Sciol Demont seguendo mughi, tracce di ghiaia e qualche sasso tra il torrente fino a quota 1531 m, quando il sentiero vira a destra tagliando il versante a destra. Sorpassiamo quache tratto ripido dove fare attenzione perchè il percorso si stringe e arriviamo nel bosco dove saliamo per serpentine ripide. Al bivio a quota 1656 m prendiamo il sentiero a destra abbandonando il 370, andando in direzione di Casera Roncada. Proseguiamo in salita fino a uscire dal bosco, dove poco più avanti troviamo la casera a quota 1781.

La casera è semplice ma ben fornita, con stufa a legna, tavolo e un piano superiore dove mettere materasso per dormire. A 5 min è presente una fonte, raggiungibile per una traccia che scende nel bosco. Verso l'ora del tramonto è possibile ammirare l'enrosadira verso le Torri Postegae e il Monte Ferrara.

Giorno 2. Partiamo da Casera Roncada e prendiamo il sentiero che sale nel bosco in direzione delle forcelle. La traccia è poco segnata e segue il bosco mostrando l'enorme varietà di funghi che crescono alla sua base. Fare attenzione alla raccolta (che in questa zona è regolamentata!) in quanto sono presenti anche specie tossiche e mortali. Ci congiungiamo nuovamente al sentiero 370 e arriviamo alla Forcella della Lama (1948 m), dove a sinistra inizia la via normale al Monte Ferrara. Continuiamo il sentiero 370 su un'area pianeggiante dove troviamo tante tane di marmotte, e con qualche fortuna anche qualche marmotta che esplora i dintorni. Facciamo un'ultima salita tra ghiaie e rocce disgretate per raggiunge Forcella della Sabbia (o Forcella Savalòns) a quota 1977 m, con alle nostre spalle ben definito il Campanile di Val Montanaia. Da qua, seguento una traccia molto vaga raggiungiamo un punto panoramico a quota 2020 m dove riesce a tratti a prendere il telefono. Sotto di noi la Val Cimoliana con un salto di quasi 1000 m.

Scendiamo dalla forcella per raggiungere Casera Bregolina Grande (1858 m). Il ricovero è molto attrezzato, con stufa, bagno, fontanella e un'ampia zona notte sopra. Al pomeriggio e alla sera la vista sulle vette circostanti è stata limitata per le continue nubi che risalivano dal fondovalle, annebbiando spesso la vista.

Giorno 3. Ripartiamo da Casera Bregolina Grande con un cielo sgombro totalmente dalle nubi, che permette un panorama che spazia su diverse cime delle Dolomiti Friulane come il Monte Caserine Alte (2309 m), Monte Cornaget (2322 m), Monte Turlon (2312 m) e Monte Vacalizza (2266 m). Il panorama si amplia soprattutto quando iniziamo a risalire verso Forcella della Sabbia. Scendiamo Forcella della Sabbia e arriviamo a Forcella della Lama, dove prendiamo la via normale al Monte Ferrara. Iniziamo a salire per traccie e poi per un tratto ripido di rocce disgregate, dove segue un tratto di salita per bosco con fondo fangoso dove stare attenti a non scivolare. A quota 2000 m usciamo dal bosco per trovarci tra mughi radi e fondo ghiaioso, che pochi metri dopo diventa un ripido pendio da risalire tra detriti e rocce affioranti. Guadagnamo il crinale con rocce inclinate, mentre il versante a sinistra diventa ripido e a tratti esposto. Superiamo un tratto roccioso aiutandoci con le mani (I) senza avvicinarci al versante a sinistra che precipita quasi in verticale. Raggiungiamo così l'anticima del Monte Ferrara a 2220 m, con la vetta vera a propria davanti a noi. Scendiamo il sentiero per il crinale per circa 30 m e risaliamo iniziando con un tratto in cengia tra rocce detritiche dove fare attenzione a dove si mettono i piedi. Saliamo quindi per sentiero detritico, roccette e zolle d'erba fino a raggiungere la vetta a quota 2258 m. Dalla cima il panorama è stato limitato a causa delle nui che hanno ripreso a coprire le vette attorno, tuttavia si distinguono le vicine Torri Postegae con la più elevata Cima Postegae (2358 m) a est e i Monti Turlon e Vacalizza a sud. Il Gruppo del Montanaia a nord e la Cima de Preti (2707 m) a ovest sono invece coperti dalle nubi.

Scendiamo dalla vetta prima che si annuvoli nuovamente fino a ritrovarci alla Forcella della Lama, dove prendiamo il sentiero 370 tagliando la deviazione che abbiamo fatto in salita per arrivare a Casera Roncada. Raggiungiamo il fondovalle di Val Sciol Demont e scendiamo in direzione di Val Montanaia avviando nuovamente al parcheggio di Rifugio Pordenone.

Considerazioni finali 

Le Dolomiti Friulane sono un posto ideale per cercare avventura tra monti isolati, dove la natura regna ancora sovrana. Molto utili sono anche i numerosi ricoveri, che utilizzati nella maniera corretta, offrono la possibilità di fare trekking molto particolare e interessanti in queste zone. La salita al Monte Ferrara è una delle ascensioni più facili tra i monti nella zona.

Galleria immagini

Gli Spalti del Toro che circondano la ripida Val Montanaia che sale oltre il Rif. Pordenone

Sentiero 370 verso la Val Sciol Demont

Stratificazioni e piegature negli strati calcareo-dolomitici a lato della Val Sciol Demont

Gli Spalti del Toro, si intravede anche il Campanile di Val Montanaia (2173 m)

Sotto le Torri Postegae (2346 m) al culmine della Val Sciol Demont

Spalti del Toro e gruppo del Montanaia

Attraversiamo il torrente e usciamo dalla Val Sciol Demont salendo il pendio a sinistra della valle

Enrosadira al tramonto sulle torri Postegae e il Monte Ferrara

La zone è ricchissima di funghi, ma fare attenzione a quelli tossici e mortali come l'Amanita Verna

Proseguiamo il sentiero verso le forcelle

Intercettiamo nuovamente il sentiero 370 poco prima di Forcella della Lama

Superata Forcella della Lama entriamo in un pianoro erboso

La Val Cimoliana

Il Monte Ferrara visto da un'altura a quota 2020 m dove riesce a tratti a prendere il telefono

Il Campanile di Val Montanaia appare tra le nuvole da Forcella di Sabbia

Casera Bregolina Grande (1858 m)

Verso est le vette sono oscurate dalle nubi

Costantemente arriva la nebbia che risale le valli

Alba in assenza di nubi per la salita al Monte Ferrara. Sullo sfondo il Gruppo del Cornaget e Monte Caserine Alte (2309 m)

Esplorazione della vita selvaggia nelle Dolomiti Friulane

Monte Turlon (2312 m) e Monte Vacalizza (2266 m) a sud

Marmotte tra la Forcella di Sabbia e la Forcella della Lama

Prendiamo la Via Normale al Monte Ferrara da Forcella della Lama

Tratti di sentiero su rocce disgregate a causa della presenza del sovrascorrimento

Usciamo dalla vegetazione a quota 2000 m e saliamo su detriti e sassetti

Salendo il crinale ovest del Monte Ferrara, molto ripido e sdruccevole ma non esposto

Casera Bregolina Grande, sullo sfondo i monti Turlon e Vacalizza

Superiamo un piccolo salto roccioso dove mettiamo le mani per progredire (I)

Anticima del Monte Ferrara a quota 2220 m, davanti la vetta vera e propria

Scendiamo dall'anticima per salire la vetta

Tratto in cengia detritica dove prestare un po' di attenzione per la presenza di detrito

Cima del Monte Ferrara a quota 2258 m

Verso le Torri Postegae e Cima Postegae (2358 m)

Spalti del Toro e Gruppo del Montanaia

Verso ovest Cima de Preti (2707 m) e Monte Duranno (2666 m) totalmente immersi nelle nuvole.

Verso sud il Monte Turlon

Gli Spalti del Toro scendendo nuovamente a Forcella della Lama

Scendiamo per sentiero 370 nuovamente a Val Sciol Demont

Scendendo Val Sciol Demont


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