21-08-25 Vajont

  VALLE DEL VAJONT

Giro ad anello tra gli abitati di Erto e Casso passando per la frana discesa dal Monte Toc il 9 ottobre 1963

Dati tecnici

Data

25 agosto 2021

Punto di Partenza

Erto (810 m)

Lunghezza

10,1 km

Tempo

4.00

Dislivello complessivo

350 m (compresi saliscendi)

Quota massima

1075 m (innesto ai Trui dal Sciarbon)

Punti d’appoggio

  • Erto
  • Casso

Difficoltà

E

Segnaletica

buona

 

Percorso in sintesi

  • Erto (810 m)
  • Trui dal Sciarbon
  • Casso (930 m)
  • Diga del Vajont (795 m)
  • Sentiero della frana
  • Erto

 

Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su versante a quote di medio-bassa montagna. Il dislivello è basso e sviluppato su una media lunghezza del percorso. La pendenza media è bassa.

La prima parte del percorso, con esposizione contenuta, si sviluppa come sentiero in ambiente boschivo e detritico. La seconda parte (lungo il corpo di frana), si passa per strada asfaltata e strada forestale. La segnaletica è buona e i tracciati del sentiero sono ben visibili.

Il grado di difficoltà escursionistica è E (Escursionistico).

Introduzione geografica e cenni geologici

La Valle del Vajont è una valle molto stretta tra Longarone e Cimolais (Val Cellina) e divide le Prealpi Venete a sud dalle Dolomiti Friulane a nord. Dal Punto di vista geologico è costituita da successioni calcaree del Cretaceo (Calcare di Soccher, Scaglia Rossa), su cui insistono importanti sovrascorrimenti di età alpina.

La Valle del Vajont è soprattutto tristemente nota per il disastro avvenuto il 9 ottobre 1963, quando una frana distaccatasi dal monte Toc è precipitata all’interno dell’invaso artificiale generando un’onda anomala che ha distrutti i paesi di Erto e Casso, e la città in fondovalle di Longarone. L’evento ha provocato la morte di 1917 persone ed è stato causato principalmente dalla costruzione di un’opera totalmente incompatibile con l’assetto geologico dell’area.

La camminata percorre queste zone passando per i due paesi coinvolti (Erto e Casso), la diga (opera di Carlo Semenza, una delle più alte delle Alpi) e il corpo di frana.

Percorso

La camminata inizia dal paese di Erto salendo per un po’ di gradinate fino a prendere il sentiero a quota 870 m. Saliamo il ripido sentiero superando Località i Forscés fino a innestarci nel sentiero dei Trui dal Sciarbon (1075 m). Qui percorriamo il sentiero che taglia il versante sud del Monte Borga (2228 m) sotto le pareti attraversando ghiaioni dove prestare un po’ di attenzione. Questo punto offre una bella vista su ciò che resta del Lago Vajont, occupato ora dal corpo di frana venuto giù il 9 ottobre 1963 dal versante nord del Monte Toc. Sopra il lago dominano le pareti settentrionali del Col Nudo (2471 m), la vetta più alta delle Prealpi Venete. Il sentiero gradualmente scende fino ad arrivare al paesino molto caratteristico di Casso (930 m), dove ci gustiamo un tagliere di formaggi e salumi.

Scendiamo ora per il sentiero verso la SR251 attraversando gradinate di rocce di colore rosso appartenenti alla formazione della Scaglia Rossa (Cretaceo Superiore) fino a superare la strada (795 m). Qui prendiamo la strada sterrata di fronte che entra dentro il corpo di frana. Da un punto panoramico possiamo osservare il paesino di Casso da cui siamo scesi e su come questo insiste sopra una falesia calcarea (Formazione di Soccher, Cretaceo inferiore) utilizzata per sport di arrampicata.

Percorriamo il sentiero lungo il corpo di frana, fino a innestarci nuovamente sulla SR251 presso un punto panoramico sopra il lago.

Continuiamo lungo la strada per qualche km fino a raggiungere nuovamente Erto.

Considerazioni finali

Questo semplice percorso offre la possibilità di toccare con mano la tragedia avvenuta il 9 ottobre 1963 per capirne bene le cause e i contesti. Questi eventi fanno comprendere il complesso rapporto fra l’uomo e il territorio che esso intende sfruttare e fa capire l’importanza delle nozioni di natura geologica affinché le opere umane possano essere edificate con sicurezza. Già qualche anno prima di questo disastro si sono visti gli effetti di frane in laghi artificiali (nel vicino lago di Pontesei nel 1959), inoltre la montagna ha cominciato a muoversi appena dopo la creazione del primo invaso. L’ignorare degli studi tecnici effettuati dai geologi che avevano valutato i rischi di frana, e gli interessi dovuti a un momento storico di forte crescita economica (siamo nel pieno del boom economico degli anni ’60), ha provocato il grande disastro.

Questa tragedia insegna quindi che l’uomo ha bisogno di vare attente valutazioni territoriali prima di costruire qualunque opera, e di verificarne sempre la compatibilità.

Galleria immagini

Il Monte Porgeit (1864 m) visto da Erto

Ciò che resta del lago del Vajont visto dall'alto all'innesto ai Trui dal Sciarbon (1075 m)

Il Col Nudo (2471 m)

Il Monte Toc (1921 m), coi fianchi segnati dalla frana del 9 ottobre 1963

Cima Salta (2039 m) vista dal piazzale della Diga del Vajont (795 m)

Il paesino di Casso situato sopra la rupe rocciosa, che appartiene al Calcare di Soccher (Cretaceo inferiore). Su questa parete vi sono delle palestre di roccia.

Cima Salta dalla strada del corpo di frana

Il corpo di frana

Il corpo di frana e la nicchia del monte Toc

Affioramento di Scaglia Rossa (Cretaceo superiore) lungo la strada che riporta a Erto


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