22-08-03 Piz Boè

 PIZ BOE'

Dati tecnici

Data

3 agosto 2022

Punto di Partenza

Passo Pordoi (2239 m)

Lunghezza

8,4 km

Tempo

4.00

Dislivello complessivo

940 m

Quota massima

3152 m (Piz Boè)

Punti d’appoggio

  • Passo Pordoi
  • Rifugio Forcella Pordoi
  • Rifugio Capanna Fassa

Difficoltà

E - F

Segnaletica

ottima
 

Percorso in sintesi

  • Passo Pordoi (2239 m)
  • Forcella Pordoi (2848 m)
  • Piz Boè (3152 m)
  • Forcella Pordoi
  • Passo Pordoi


Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su pendio e versante dolomitico a quote di alta montagna. Il dislivello è medio e sviluppato su una bassa lunghezza del percorso. La pendenza media è elevata.

Il percorso si sviluppa principalmente come sentiero roccia, ghiaione e pendii prativi. Reputato come il '3000 più facile delle Dolomiti', la via normale più facile al Piz Boè dalla Forcella Pordoi supera due facili tratti attrezzati non esposti, dove tuttavia l'ingorgo di persone nei periodi turistici di punta può essere problematico. La segnaletica è buona.

Il grado di difficoltà escursionistica è E (Escursionistico), mentre il grado di difficoltà alpinistico è F (Facile)

Introduzione geografica e cenni geologici

Il Gruppo del Sella è uno dei più noti massicci delle Dolomiti e si presenta nella sua forma come un vero e proprio "castello di roccia" di forma quasi circolare. Molto ambito dal punto di vista sia escursionistico che di sport invernali, non a caso è circondato da un grande comprensorio di impianti di risalita noto come "Sellaronda". I quattro passi che circondano il gruppo (Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo) mettono i comunicazioni 4 delle più importanti valli dolomitiche: Val di Fassa, Val Gardena, Val Badia e Agordino; questo pone tale massiccio proprio centrale nel sistema delle Dolomiti.

Il massiccio è molto frequentato dal punto di vista escursionistico e alpinistico, il Piz Boè è reputato come il 3000 più facile delle Dolomiti, soprattutto per la vicinanza con il Passo Pordoi e la presenza della funivia Sass Pordoi, che riduce moltissimo il dislivello da percorrere per raggiungere la cima. Questo purtroppo causa, specialmente nei mesi estivi, grande affollamento nella salita. Gli accessi al gruppo sono molteplici in tutti i lati, mentre le pareti permettono la creazione di vie ferrate, tra cui la Ferrata Piazzetta, una delle più difficili dell'intero arco alpino.

Il Gruppo del Sella deve la sia conformazione al tipo di rocce di cui è costituito: la dolomia. La parte basale è costituita da Dolomia Cassiana e formava nel Triassico medio (Ladinico superiore) una atollo corallino. Successivamente (Triassico Superiore) si impone la Dolomia Principale, che costituisce la parte superiore del tavolato. Nel cocuzzolo del Piz Boè sono presenti inoltre tracce di sovrascorrimenti e affioramenti di successioni giurassiche (Rosso Ammonitico).

Percorso

La salita può essere divisa in due pezzi: la prima risale il versante meridionale del gruppo per prati e poi per il ghiaione fino alla Forcella Pordoi, la seconda, più in piano, percorre l'altopiano roccioso e risale il cocuzzolo finale del Piz Boè.

La salita inizia subito ripida per sentiero scavato su manto erboso che, avvicinandoci alle pareti, si arricchisce in detrito e rocce. Alle spalle, nel frattempo, compare la Marmolada. Appena arriviamo sulla prima parte rocciosa (corrispondente alla porzione basale del gruppo, Dolomia Cassiana), a circa 2400 m, una serie breve di tornanti rimonta il versante detritico portandoci su una breve cengia panoramica (2550 m). Questa cengia si forma per la presenza di rocce più friabili tra i due blocchi dolomitici (Formazione di Heiligkreuz, Formazione di Travenanzes). Proseguiamo la salita su ghiaie e grossi blocchi proprio alla base del grande ghiaione sa superare. Con una lunga serie di serpentine, risaliamo il ghiaione panoramico tra i due muri di Dolomia Principale fino ad arrivare alla Forcella Pordoi (2848 m) con il rifugio omonimo.

Dal Rifugio appare alla nostra destra il cocuzzolo del Piz Boè, insieme a tutto l'altopiano del Sella e davanti il Valon del Fos. Prendiamo il sentiero che scende leggermente in direzione del Piz Boè e poi risaliamo lungo le bancate dolomitiche poco pendenti fino a portarci nell'altopiano basale del Piz Boè (2930 m) con panorami sulla Marmolada e il gruppo del Sassolungo.

Iniziamo quindi l'ultima salita per il picco roccioso del Piz Boè, che alterna tratti in salita su detrito e due brevi tratti attrezzati su roccia assicurati con cavi e staffe, mai in condizioni di grossa esposizione. Essendo una cima molto frequentata nei mesi estivi per la sua facilità, spesso in questi punti vi è un certo affollamento dovuto al doppio senso di marcia e anche alla presenza di inesperti e bambini. Giunti in cima, il panorama è a 360 gradi su tutti i gruppi e le valli delle Dolomiti: Agordino, Tofane e Fanes, Odle-Puez, Sassolungo e Catinaccio, Val di Fassa e Marmolada. In quest'ultima è ben visibile sul ghiacciaio la nicchia della valanga che il precedente 2 luglio ha provocato la morte di 20 escursionisti che salivano al via normale alla vetta. 

Dopo una birra e un ottimo panino alla salsiccia al Rifugio Capanna Fassa (situato proprio in vetta al Piz Boè), iniziamo a rientrare per il percorso di andata ormai meno affollato. Il ghiaione è abbastanza stabile da permettere una discesa diretta in corsa.

Considerazioni finali

Il percorso rappresenta la via più facile di salita a quello che è considerato il 3000 più facile delle Dolomiti, il Piz Boè. I due tratti attrezzati presenti sono talmente brevi e poco esposti da non richiedere l'uso dell'autoassicurazione per un escursionista medio. Tuttavia, a queste caratteristiche ne consegue un assalto turistico massiccio specialmente nei mesi estivi. Il gruppo del Sella è uno dei massicci dolomitici che purtroppo soffre maggiormente di questo affollamento.

Galleria immagini

Sentiero tra rocce e prati (2400 m), alle spalle compare la Marmolada

Rimontiamo la parte basale del Gruppo del Sella

Dopo i primi tornanti (2550 m), vista sul Passo Pordoi e il sentiero percorso

Cenge tra i due strati di dolomia formati dalle formazioni rocciose più friabili

Risaliamo il grande ghiaione

Il muro verticale di Dolomia Principale a lato del ghiaione

Vista verso sud, sopra i fili della funivia del Sass Pordoi

Dalla Forcella Pordoi (2848 m) il vicino cocuzzolo del Piz Boè

Il Valon del Fos

Il sentiero percorso nell'altopiano roccioso da Forcella Pordoi alla base del Piz Boè

Il gruppo del Sassolungo (3181 m) dalla base di Piz Boè (2900 m)

La Marmolada a sud

L'ingorgo di persone lungo i brevi tratti attrezzati.

Il Sassolungo e il Catinaccio a ovest

La Marmolada a sud

Il tratto percorso dalla cima, con la vista verso il Sass Pordoi (2950 m), sullo sfondo la Val di Fassa

L'Agordino a SE

A est le Tofane e le Dolomiti di Fanes, alla base l'altopiano del Pralongià (2109 m) dove passa il comprensorio sciistico della Val Badia, collegato al "Sellaronda"

Verso nord, la vicina cresta del Piz Lech (3009 m), sullo sfondo il gruppo delle Odle-Puez

Il Sassolungo e il Catinaccio

Verso l'Agordino

La Marmolada

Al Rifugio Capanna Fassa, situato sulla vetta del Piz Boè

Particolare del ghiacciaio della Marmolada, dove è avvenuto il distacco che il 2 luglio 2022 ha provocato la morte di 20 escursionisti che salivano la cima per la via normale

Uno dei due facili e brevi tratti attrezzati che portano alla cima del Piz Boè

Piz Boè dalla Forcella Pordoi

Scendiamo nuovamente per il ghiaione, optando per una discesa in corsa diretta

Al pomeriggio al Passo Pordoi, con il profilo del Catinaccio e della Punta Grohmann (3126 m) del Sassolungo

Il versante appena sceso


Commenti

Post popolari in questo blog

Dolomiti