2024-08-03 Campanile Colesei

 FERRATA BEPI MARTINI

Via Ferrata Bepi Martini al Campanile Colesei (Dolomiti di Braies, di Sesto e di Ampezzo)

Dati tecnici

Data

3 agosto 2024

Punto di Partenza

Passo Monte Croce di Comelico (1635 m)

Lunghezza

8,5 km

Tempo

6.30

Dislivello complessivo

800 m (compresi saliscendi)

Quota massima

2306 m (termine ferrata)

Punti d’appoggio

Albergo Passo Monte Croce di Comelico

Sentieri

CAI 15 - 124 - 122, Via Ferrata Bepi Martini

Difficoltà

EEA - IV+ - AD

Segnaletica

Buona

Percorso in sintesi

  • Passo Monte Croce di Comelico (1635 m)
  • Forcella Pian della Biscia (1923 m)
  • Ferrata Bepi Martini
  • Rif. Olivo Sala (2080 m)
  • Forcella Pian della Biscia
  • Passo Monte Croce di Comelico


Note tecniche e difficoltà

Il percorso proposto si sviluppa su versante pareti a quote di media montagna. Il dislivello è medio e sviluppato su una bassa lunghezza del percorso. La pendenza media è moderata.

Il percorso presenta principalmente come sentiero e via ferrata. La ferrata Bepi Martini è di recende creazione a alterna tratti verticali a tratti appoggiati in costante esposizione, motivo per il quale il cavo è pressoché continuo in tutta la sua lunghezza. Diversi tratti strapiombanti poveri di appoggi sono stati attrezzati con cambre metalliche per facilitare la progressione, mentre in altri punti è necessario procedere in aderenza tirandosi con le braccia. Molti punti tuttavia offrono la possibilità di arrampicare. Fare particolare attenzione al tratto di discesa dal campanile, dove si procede in disarrampicata con importante esposizione verso il basso.

Il sentiero di rientro, il CAI 122, è ripido e detritico in molti punti, mentre i tratti più esposti sono stati equipaggiati con un cordino metallico fisso.

Il grado di difficoltà escursionistica è EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura), il grado di difficoltà alpinistico è AD (Abbastanza Difficile).

Introduzione geografica e cenni geologici

La Croda Sora i Colesei (2369 m) è la prima elevazione a carattere dolomitico nelle Dolomiti di Sesto affacciata al Passo di Monte Croce di Comelico di fronte alla catena carnica che inizia con la struttura vulcanica del Col Quaternà. Si tratta di una modesta elevazione se paragonata alle vicine cime, tra cui alcune che svettano oltre i 3000 m. Poco vicina alla vetta, affacciata sul quasi verticale versante est, si trova il Campanile Colesei, una guglia dolomitica sulla cui parete è stata creata in tempi recenti la Via Ferrata Bepi Martini percorsa nel giro descritto. Trovandosi in area di confine tra Veneto e Alto Adige, questa vetta ha presenziato durante le azioni militari della Grande Guerra, rimanendo una zona di difesa di confine fino ai tempi recenti alla dissoluzione del Blocco Sovietico. La presenza militare del passato è testimoniata dal gran numero di trincee, caserme e postazioni di tiro ben visibili lungo tutto il percorso.

Dal punto di vista geologico il Campanile Colesei, come gran parte delle Dolomiti di Sesto è costituito da Dolomia dello Sciliar (Anisico Superiore - Ladinico Inferiore), una roccia carbonatica dolomitizzata originata da un atollo corallino circondato da mare profondo. La scarpata di questo atollo corallino verso il mare profondo è ben visibile nelle strutture dolomitiche inclinate (clinostratificazioni) delle dolomiti circostanti e rappresenta alcune delle placche inclinate arrampicate durante il percorso della ferrata. Alla base, nell'area di avvicinamento della ferrata dal passo affiorano invece le sequenze della Formazione del Werfen (Triassico Inferiore) e le alternanze tra calcari e rocce terrigene delle formazioni anisiche precedenti la Dolomia dello Sciliar.

Accesso

Lungo la Statale 52 si parcheggia nei pressi del Passo Monte Croce di Comelico.

Percorso

Iniziamo il percorso a pochi metri dal passo prendendo il largo sentiero CAI 15 inizia a salire in buona pendenza per il pendio boscoso in direzione delle Dolomiti di Sesto. Guadagnamo un po' di quota e usciamo dal bosco nei pressi di una pista da sci (1760 m) dove possiamo ammirare di fronte la catena carnica col cocuzzolo vulcanico del Col Quaternà (2503 m). Riprendiamo a salire in direzione delle pareti dolomitiche delle Dolomiti di Sesto lungo la pista da sci andando ad aggirare i fortini utilizzati durante le guerre. A quota 1783 m prendiamo il sentiero CAI 124 che scende a sinistra all'interno di una radura dove si trova la torbiera del Lago dell'Orso (1777 m). Continuiamo quindi salendo il pendio a destra rientrando sul bosco, dove riprendiamo quota ripidamente passando a fianco ad una serie di grossi massi. Usciamo dal bosco e passiamo a fianco ad uno stabile e continuiamo a salire raggiungendo la panoramica Forcella Pian della Biscia (1923 m).

Continuiamo a salire per l'ampio sentiero murato segnato come CAI 124 fino a quota 2000 m, dove un'indicazione ci segnala di salire a sinistra per l'attacco della ferrata. Saliamo ripidamente tra i mughi alla base della parete dolomitica del Campanile Colesei fino ad un canale ghiaioso in cui si trova l'attacco della via (2080 m). Saliamo una prima parete piuttosto verticale ma ricca in appigli per mani e piedi che permettono facilmente di salire in arrampicata. Dopo questo primo pezzo, si continua a salire per roccia più appoggiata ma che fa guadagnare sufficiente quota per ammirare il panorama sulle vette delle Alpi Carniche. La salita continua alternando tratti appoggiati e pareti comunque ricche in appigli che via via fanno aumentare l'esposizione alle spalle. Intorna a metà della salita si sale una parete leggermente stapiombante dove sono stati posizionate delle cambre per facilitare la salita. Superato questo tratto, saliamo per parete più appoggiata con alle spalle un'ottima visuale sul Comelico Superiore. Risaliamo alla base di una lama rocciosa camminando in aderenza su placche cercando di posizionare i piedi negli scalini più puliti allo scopo di evitare di far scivolare sassi in basso. Entriamo in un diedro che sorpassiamo con l'aiuto di cambre e pioli fino a raggiungere l'affilata cresta del Campanile Colesei (2300 m). Proseguiamo su una ripida placca (che rappresenta l'antica scarpata di piattaforma), mentre dall'altra parte la parete precipita verticale. Scendiamo in un forcellino dove notiamo un cavo che sale a destra con una freccia di rientro, quello è il tratto della ferrata che permette di salire alla vetta del Campanile Colesei, non percorso vistà la grande esposizione e difficoltà. Scendiamo quindi la parete a sinistra in disarrampicata in condizioni di forte esposizione, aiutandoci con i pioli e le cambre presenti. In un punto della discesa è possibile incontrare lo spezzone di cavo che sale al Campanile, con un tratto in parete fortemente verticale. Terminiamo la discesa nella forcella (2265 m) e risaliamo la parete opposta con difficoltà equiparabili al tratto percorso in salita in precedenza, nonostante la forte esposizione, la buona roccia permette facilmente di arrampicare. Terminata la risalita siamo al termine della ferrata a quota 2306 m in un pianoro roccioso ed erboso.

Proseguiamo quindi sostanzialmente in piano fino ad incrociare il sentiero che sale alla vetta della Croda Sora i Colesei (2369 m), non raggiunta per questione tempistiche. Scendiamo quindi per sentiero e roccette il crinale della Croda passando per le trincee e i muretti militari della Grande Guerra e con alla destra il Vallon Popera dominato dalle vette dolomitiche di Cima Bagni (2983 m), Monte Popera (3046 m), Cima Undici (3090 m) e Pala di Popera (2579 m). Scendiamo di quota fino al chiuso e abbandonato Rif. Olivo Sala (2080 m), dove prendiamo il CAI 124 che scende ripido per serpentine in tratte detritiche dove far attenzione a non scivolare. Passiamo un tratto roccioso dove è stato posto un cavo fisso e in ultimo un tratto sotto parete sempre attrezzato. Raggiunta una quota minima di 1910 m, il sentiero piega a sinistra passando sotto la parete in vista panoramica sulla Val Grande e il Rif. Lunelli (1568 m) in basso. Superiamo alcune cenge attrezzate in breve risalita e attraversiamo un tratto di mughi fino a ricongiungerci al sentiero militare a quota 1976 m. Scendiamo quindi per il sentiero di andata fino al Passo Monte Croce di Comelico.

Considerazioni finali 

La ferrata Bepi Martini è una ferrata di nuova creazione che permette di affrontare un ambiente dolomitico senza trovarsi a quote particolarmente elevate. La variabilità dei passaggi, i tratti verticali e la fortissima esposizione di alcuni punti la rendono comunque una ferrata avanzata adatta a chi di ferrata ha comunque un minimo di esperienza. La buona qualità della roccia da comunque la possibilità di arrampicare.

Ulteriori informazioni sulla ferrata Bepi Martini possono essere ricavati dal sito di vieferrate.it COLESEI.

Galleria immagini

Il Passo Monte Croce di Comelico all'attacco del sentiero di inizio (1635 m)

Il largo sentiero di inizio

Dal punto panoramico della pista (1760 m) la catena carnica di fronte con il cocuzzolo vulcanico del Col Quaternà (2503 m)

La Croda Sora i Colesei (2369 m) col vicino Campanile dove si sviluppa la ferrata

Da destra, il Campanile Colesei e la Croda Sora i Colesei, Pala di Popena (2579 m) e la Croda Rossa di Sesto (2965 m)

CAI 124

Verso la torbiera del Lago dell'Orso (1780 m)

Torbiera del Lago dell'Orso

Una serie di massi dolomitici a fianco al sentiero

La Forcella della Biscia (1923 m) con vista verso sud col gruppo del Brentoni (2545 m)

Cima Bagni (2983 m) e Monte Popera (3046 m) dalla forcella della Biscia

Campanile e Croda Sora i Colesei dalla Forcella

L'attacco del sentierino di avvicinamento a quota 2000 m

Tra i mughi sotto il Campanile nel tratto di avvicinamento

L'attacco della ferrata a quota 2080 m

Catena carnica e Monte Cavallino (2689 m) dall'attacco

Comelico e valle di Sappada dall'attacco della ferrata

Dopo la paretina di attacco, la ferrata procede con tratti appoggiati e altre paretine

L'esposizione aumenta man mano che si prosegue

Proseguiamo con un tratto leggermente strapiombante

Paretina gradonata dove fare attenzione ai detriti

Il Comelico Superiore, sullo sfondo le Dolomiti Carniche, con la Terza Grande (2586 m) come vetta più elevata

Proseguiamo sotto una parete verticale in tratte di placca dove procedere in aderenza

Un camino verticale dove alcuni pioli e staffe aiutano nella progressione

Il crinale fortemente esposto con vista sul Monte Popera

La discesa con la ferrata ad anello della cima del Campanile

Il tratto in discesa alla forcellina, non banale, da affrontare in disarrampicata

A destra la possibilità di risalire al Campanile (tratto Molto Difficile)

La discesa in ferrata alla forcella (2070 m)

La risalita dalla parte opposta sempre in ferrata

Risalita nell'ultima parete della ferrata

Il Campanile Colesei, con alcune persone che risalgono il tratto Molto Difficile che porta in vetta al Campanile

Piano roccioso al termine della ferrata (2306 m)

Pala di Popera e Croda Rossa di Sesto al termine della ferrata

Cima Bagni e Monte Popera

Monte Popera e Cima Undici (3090 m)

La vicina croce di vetta della Croda Sora i Colesei, non raggiunti per questioni tempistiche

Il facile sentiero di discesa per le trincee della Grande Guerra

Trincee e muretti

Il Rifugio Olivo Sala dismesso (2080 m)

Ripido e detritico sentiero di discesa

In alcuni punti è facile scivolare

Spezzoni di cavo nei punti rocciosi da scendere

Qualche cambra metallica aiuta a scendere

Proseguiamo in leggera salita sotto le pareti del Campanile

La Val Grande con il Rif. Lunelli (1568 m)

Altri spezzoni di cavo nelle tratte in cengia esposte

Traccia finale tra i mughi

Ci si innesta nella strada militare dell'andata a quota 1976 m

Dal passo Monte Croce di Comelico la Croda Rossa e la Punta dei Tre Scarperi (3151 m)


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